Assenti per malattia ma facevano le pizze: coppia indagata, il medico pure

Assenti per malattia ma facevano le pizze: coppia indagata, il medico pure
CADONEGHE - Disertavano regolarmente le rispettive occupazioni simulando malattie inesistenti e dedicandosi a tempo pieno alla loro pizzeria d’asporto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
CADONEGHE - Disertavano regolarmente le rispettive occupazioni simulando malattie inesistenti e dedicandosi a tempo pieno alla loro pizzeria d’asporto all’Arcella. Due coniugi residenti a Cadoneghe sono finiti sul registro degli indagati assieme al loro medico di base, con studio proprio a Cadoneghe. Il sostituto procuratore Sergio Dini contesta a vario titolo al terzetto i reati di truffa aggravata e continuata, falso ideologico e violazione della legge sul pubblico impiego.

 
Per un paio d’anni, e più precisamente dal 2016 e fino al febbraio dello scorso anno, Luigi Mollica, 46 anni, e Teresa Scopece, di 42, hanno collezionato lunghi periodi di assenza dal lavoro. Lui, agente penitenziario in servizio alla Casa circondariale di strada Due Palazzi, avrebbe giustificato le proprie assenze dal servizio con malattie insussistenti, arrivando addirittura ad attestare la presenza di patologie invalidanti. Mollica non ha praticamente mai messo piede in carcere nell’arco del 2016, totalizzando la bellezza di 300 giorni di assenza. L’anno successivo il totale delle assenze si è fermato a 112 giorni, infine altri 6 giorni tra gennaio e febbraio 2018, cioè fino a quando la Procura non ha aperto un fascicolo a suo carico. L’agente penitenziario ricorreva nella maggior parte dei casi al medico di base Antonio Azzolin, 53 anni, residente in città, con studio a Cadoneghe, ma all’occorrenza si rivolgeva ai medici di guardia o ai sanitari dell’ospedale militare di Padova, inducendoli in errore circa la sussistenza o la gravità delle sue patologie.
IMPIEGATA FANTASMA
Anche la consorte Teresa Scopece si comportava allo stesso modo. Impiegata in un’azienda metalmeccanica di Limena, si faceva rilasciare in continuazione certificati medici dal dottor Azzolin che l’avrebbe regolarmente visitata attestando la presenza di malattie inabilitanti frutto di invenzione. Dal 16 febbraio 2016 al 30 giugno 2017 la donna ha ottenuto per ventuno volte dei periodi di malattia, spesso di lunga durata. Le sue prolungate assenze in azienda avrebbero provocato un danno economico alla stessa società di cui era dipendente, che avrebbe continuato a versarle regolarmente lo stipendio, e all’Inps, che gli ha corrisposto l’indennità di malattia. La Procura ha calcolato un esborso non dovuto pari ad oltre 23 mila euro.
La coppia lavorava regolarmente durante i periodi alla pizzeria d’asporto “All’Imperatore” di via Giovanni d’Alemagna, all’Arcella. E stando alle numerose foto pubblicate su Facebook sia l’agente penitenziario che la consorte godevano di ottima salute.

Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino