Truffa dei permessi, espulsi 74 irregolari tra prostitute e pregiudicati

Una prostituta in strada
PADOVA - Si è chiuso il cerchio attorno ai finti contratti di lavoro per cittadini extracomunitari, con l’obiettivo di ottenere il permesso di soggiorno. E adesso 74...

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PADOVA - Si è chiuso il cerchio attorno ai finti contratti di lavoro per cittadini extracomunitari, con l’obiettivo di ottenere il permesso di soggiorno. E adesso 74 stranieri, indagati per falso, rischiano l’espulsione dall’Italia. Artefici del raggiro, secondo l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Sergio Dini titolare delle indagini, sono l’imprenditore Umberto Antonio Tiranti, 77 anni domiciliato a Noventa, Liliana Mandachi romena di 61 anni residente all’Arcella e Gianna Maria Pastorani di 60 anni residente a Campodoro tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla truffa ai danni dell’Inps e al falso ideologico e documentale. 

 
IL MECCANISMO
L’indagine era partita a metà 2017 quando gli uomini della Squadra mobile stavano indagando su una banda di giovani albanesi specializzati in furti nelle abitazioni. Il loro ritrovo era un bar di galleria Tito Livio. I gioielli e l’oro rubati li vendevano ai compro oro. E da quelle indagini era emerso che due dei ladri arrestati, risultavano regolarmente assunti in alcune ditte e grazie a questo rapporto regolare di lavoro avevano potuto ottenere il permesso di soggiorno. Ma grazie a intercettazioni telefoniche e pedinamenti, era chiaro che i due malviventi in realtà non lavorassero un’ora nella società di Tiranti, ma si dedicavano a tempo pieno a svaligiare le abitazioni. Il 77enne uomo d’affari, già condannato in passato per bancarotta fraudolenta, secondo l’accusa ha assunto la figura di amministratore unico di diverse società a responsabilità limitata, tra le quali la Adriatica Srl, Apes Srl, Fortum Srl, Manage consulting international Srl, Templar Srl e Win for life Srl, tutte aziende di fatto non operative in quanto non svolgevano alcuna attività economica e per cui non sono mai state liquidate le denunce contributive. Tiranti avrebbe poi avviato una stretta collaborazione con Mandachi, il cui obiettivo era di procacciare numerosi stranieri extracomunitari e disponibili a pagare per formare false pratiche. A rendere possibile l’intero business illegale, ancora per l’accusa, era Pastorani che grazie alla sua figura professionale di consulente del lavoro, utilizzava le sue credenziali negli enti pubblici e si occupava delle operazioni di creazione ed elaborazione dei documenti e delle attestazioni. Il tariffario era ben definito: per aprire una posizione di lavoro servivano dai 500 agli 800 euro, ogni busta paga “costava” al finto dipendente 150 euro e per avere il Cud bisognava sborsare 100 euro. Attraverso questa documentazione i più sono riusciti a ottenere dalla Questura il permesso di soggiorno, oltre ad aprire in banca mutui e linee di credito.
LE ESPULSIONI

I 74 extracomunitari finiti indagati per falso sono stati raggiunti da un decreto penale di condanna. Tra loco ci sono diversi pregiudicati e alcune prostitute sudamericane. Il pubblico ministero ha spedito gli atti dell’inchiesta in Questura e ora l’Ufficio immigrazione dovrà passare al setaccio tutti i 74 permessi di soggiorno ottenuti attraverso fittizi contratti di lavoro. Tutti questi cittadini stranieri rischiano di essere espulsi dal territorio italiano, perchè di fatto non si sono mai messi in regola e anzi sono accusati di avere raggirato la legge. 
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino