Ecco l'abbraccio di Papa Francesco ai 1.300 pellegrini: «Gioia indelebile»

Ecco l'abbraccio di Papa Francesco ai 1.300 pellegrini: «Gioia indelebile»
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PADOVA - Chi in treno, chi in corriera, col cuore che batteva a mille per l'emozione. Così intensa da far dimenticare ben presto il sonno dovuto alla levataccia. In 1.300, tra studenti, insegnanti, familiari e autorità, alle tre e mezza di notte, ancora col buio pesto, ieri sono partiti alla volta di Roma per incontrare Papa Francesco e festeggiare in Aula Paolo VI i cento anni dell'istituto Barbarigo fondato dal vescovo patavino Luigi Pellizzo. Un'udienza straordinaria, dedicata alla delegazione patavina, che si è conclusa con abbracci e selfie col pontefice, che sceso dal palco, ha voluto percorrere il corridoio centrale dell'enorme sala vaticana per poter benedire e stringere più mani possibile, concedendo anche qualche abbraccio ai più piccoli, con gli occhi luccicanti per l'emozione. «È stata una gioia indescrivibile potergli sfiorare la sua mano. È stato bello vederlo scendere e arrivare vicino a noi e avere l'onore di potergli parlare» racconta durante il viaggio verso casa Tobia Apolloni, studente di quinta superiore allo scientifico e rappresentante d'istituto. Al suo fianco Don Cesare Contarini, felice per questo enorme abbraccio che il Papa ha voluto dare all'istituto che dirige: «La giornata di oggi rimarrà indelebile nei ricordi di tutti noi. L'umanità del Santo Padre ci ha profondamente toccato». 

LA CERIMONIAIl pontefice è stato accolto dalle calde parole di saluto del vescovo di Padova che poco dopo ha celebrato una messa dall'altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro. Monsignor Claudio Cipolla ha ripercorso alcuni tratti dell'identità del Barbarigo, scuola cattolica, scuola cattolica diocesana, scuola cattolica diocesana per il territorio. Ha affidato alla preghiera del Papa alcuni auspici: «Spero che sempre più famiglie abbiano a scegliere il Barbarigo per quello che esso è e, abbracciando il suo progetto educativo, collaborino fattivamente con i docenti per il bene dei figli. Spero che gli studenti si sentano felici di far parte del Barbarigo e lo vivano come una grande opportunità».
Il Papa ha risposto a braccio alle domande dei ragazzi: «La vita dei giovani senza passione è come la pasta in bianco senza sale. È brutto incontrare giovani appassiti, quelli che mettono la loro gioia nelle cose superficiali e non vanno in profondità alle grandi domande - ha sottolineato - La vita si gioca con passione».
L'arrivo del Papa è stato preceduto dalle musiche dell'Ensemble d'arpe Floriana. Hanno così dato la loro testimonianza gli ex allievi Marco Marin, campione olimpico di scherma, l'imprenditrice Giorgia Caovilla, l'ambasciatore Giorgio Novello e don Vito Di Rienzo. Un ulteriore dono per il Barbarigo è stato la pergamena con la benedizione apostolica con firma autografa del Santo Padre.

L'EMOZIONEEmozionati e commossi sia i ragazzi, che gli accompagnatori e i loro insegnanti. Toccati specialmente dall'umanità di Papa Francesco, che concluso l'incontro formale, uscendo dall'aula vaticana si è avvicinato a loro, intrattenendosi con i partecipanti, senza sottrarsi al rito del selfie e degli autografi con i più giovani «armati» di telefonino.
Marina Lucchin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino