PADOVA - Chi in treno, chi in corriera, col cuore che batteva a mille per l'emozione. Così intensa da far dimenticare ben presto il sonno dovuto alla levataccia. In...
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LA CERIMONIAIl pontefice è stato accolto dalle calde parole di saluto del vescovo di Padova che poco dopo ha celebrato una messa dall'altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro. Monsignor Claudio Cipolla ha ripercorso alcuni tratti dell'identità del Barbarigo, scuola cattolica, scuola cattolica diocesana, scuola cattolica diocesana per il territorio. Ha affidato alla preghiera del Papa alcuni auspici: «Spero che sempre più famiglie abbiano a scegliere il Barbarigo per quello che esso è e, abbracciando il suo progetto educativo, collaborino fattivamente con i docenti per il bene dei figli. Spero che gli studenti si sentano felici di far parte del Barbarigo e lo vivano come una grande opportunità».
Il Papa ha risposto a braccio alle domande dei ragazzi: «La vita dei giovani senza passione è come la pasta in bianco senza sale. È brutto incontrare giovani appassiti, quelli che mettono la loro gioia nelle cose superficiali e non vanno in profondità alle grandi domande - ha sottolineato - La vita si gioca con passione».
L'arrivo del Papa è stato preceduto dalle musiche dell'Ensemble d'arpe Floriana. Hanno così dato la loro testimonianza gli ex allievi Marco Marin, campione olimpico di scherma, l'imprenditrice Giorgia Caovilla, l'ambasciatore Giorgio Novello e don Vito Di Rienzo. Un ulteriore dono per il Barbarigo è stato la pergamena con la benedizione apostolica con firma autografa del Santo Padre.
L'EMOZIONEEmozionati e commossi sia i ragazzi, che gli accompagnatori e i loro insegnanti. Toccati specialmente dall'umanità di Papa Francesco, che concluso l'incontro formale, uscendo dall'aula vaticana si è avvicinato a loro, intrattenendosi con i partecipanti, senza sottrarsi al rito del selfie e degli autografi con i più giovani «armati» di telefonino.
Marina Lucchin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino