Gianfranco e Manuela, padre e figlia spirano a 24 ore l'uno dall'altra

Gianfranco e Manuela Rizzo
URBANA - Papà e figlia muoiono a meno di 24 ore uno dall'altra, come due candele spente da una folata di vento inaspettata. Di quelle che gettano nel dolore un intero...

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URBANA - Papà e figlia muoiono a meno di 24 ore uno dall'altra, come due candele spente da una folata di vento inaspettata. Di quelle che gettano nel dolore un intero paese: Urbana infatti è in lutto per la scomparsa di Gianfranco Rizzo, 79 anni, con un passato di consigliere comunale e presidente della ProLoco, e della figlia Manuela, mancata a soli 51 anni dopo una lunga malattia. Gianfranco è spirato venerdì mattina all'ospedale di Schiavonia, dove era stato ricoverato una settimana prima in seguito a un ictus da cui non si è più ripreso. Un fulmine a ciel sereno per la moglie Luciana e per i quattro figli Stefania, Manuela, Maurizio e Mirca, abituati a vederlo in salute. «La sera prima che succedesse (era venerdì) papà era andato a mangiare una pizza insieme ai  suoi amici racconta il figlio Maurizio quando è tornato a casa si è seduto davanti alla tv per seguire il suo programma preferito: il Grande Fratello». Poi è andato a dormire come sempre e nessuno in famiglia avrebbe immaginato che non si sarebbe più rialzato. Il sabato mattina, quando la moglie lo ha chiamato verso le 9.30, Gianfranco ha mosso soltanto la mano. Un quarto d'ora dopo era ancora steso a letto, privo di sensi. La corsa in ambulanza prima a Schiavonia e poi a Padova non è servita a fargli riprendere conoscenza. Il 79enne era stato colto da un ictus che aveva gravemente compromesso le sue funzioni cerebrali. «Ha riaperto gli occhi soltanto per brevi momenti» racconta il figlio, che lo ricorda come un grande esempio da seguire.

IL RICORDO«Era sempre disponibile, aveva una buona parola per tutti. Mi colpiva soprattutto la sua serenità». Gianfranco non era di certo uno che si risparmiava: dove serviva una mano, la sua arrivava di sicuro. Camionista, operaio, artigiano e dopo la pensione anche agricoltore, negli anni Novanta è stato consigliere comunale all'epoca del sindaco Roberto Soliman. E presidente di alcune associazioni sportive e della ProLoco, a cui ha dedicato tante energie. «È stato una colonna portante del volontariato, conosciuto per la disponibilità e per il tempo dedicato alla comunità» sottolinea il sindaco Michele Danielli, esprimendo cordoglio alla famiglia, scossa da queste due perdite.

CINQUE ANNI DI LOTTAA quella di Manuela, spirata ieri mattina verso le 4, i familiari erano in qualche modo preparati, visto che da cinque anni lottava contro un tumore, ma non si aspettavano un tempismo così tragico. Manuela, che abitava insieme al marito Antonio e al figlio 24enne Matteo in via Vignola, a 50 metri dalla casa dei genitori, era stata ricoverata qualche giorno fa all'ospedale di Schiavonia per un intervento di routine legato alla malattia. «Ci siamo sentite venerdì sera, quando le ho detto della morte di papà (trasferito da Padova a Schiavonia, ndr) racconta la sorella Stefania l'operazione era andata bene e ci stavamo organizzando in modo tale che anche lei, nonostante la convalescenza, potesse partecipare al funerale». Purtroppo una delle due bare attorno a cui l'intera comunità si stringerà domani alle 16.30 nella chiesa parrocchiale, sarà proprio la sua. I fratelli la dipingono come una persona molto umile, riservata e tranquilla, che aveva lottato in silenzio contro il male invisibile che l'aveva colpita. «Ci piace pensare afferma commosso il fratello Maurizio che papà l'abbia presa per mano, come faceva quando eravamo bambini, per portarla con sé in una vita migliore».
Maria Elena Pattaro  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino