Padova, cena sospesa per i poveri: gli industriali pagano quota doppia

Cena sospesa per i poveri: gli industriali pagano quota doppia
PADOVA - Le cucine popolari aprono le porte ai padovani. Chiunque può pranzare o cenare con i poveri pagando una quota doppia. L'iniziativa si chiama cena sospesa ed...

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PADOVA - Le cucine popolari aprono le porte ai padovani. Chiunque può pranzare o cenare con i poveri pagando una quota doppia. L'iniziativa si chiama cena sospesa ed è stata annunciata ieri dalla direttrice suor Albina Zandonà, in occasione della donazione di una lavatrice e un'asciugatrice industriali da Assindustria Venetocentro.

«Non vogliamo che sia un luogo chiuso - ha detto suor Albina - Invece che 2,50 euro, si pagano 5 euro e si acquista anche un buono per chi ha più bisogno. Il desiderio è che le cucine diventino una realtà frequentata da Padova. Abbiamo già ricevuto i ragazzi delle parrocchie, del gruppo Libera, ma anche adulti che scelgono di venire qui con  gli amici. Questa è solidarietà e inclusione. Bisogna mettere dentro i piedi per conoscere una realtà, vogliamo cambiare l'immaginario delle cucine come luogo pericoloso». E i primi testimonial, ieri a pranzo, sono stati la presidente di Assindustria Venetocentro Maria Cristina Piovesana, il presidente vicario Massimo Finco e il direttore generale Giuseppe Milan: seduti a tavola assieme agli altri ospiti. Sono stati accompagnati da suor Albina e don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio della diocesi.
OSPITIOgni giorno oltre quattrocento persone fanno riferimento alle cucine popolari, per mangiare ma anche per sottoporsi a visite mediche e per lavarsi. All'interno della struttura di via Tommaseo gestita dalla Fondazione Nervo Pasini, ci sono una decina di docce utilizzate quotidianamente da almeno trenta persone. Finora gli ospiti lavavano i vestiti a mano, a volte l'unico cambio disponibile. Da oggi, invece, grazie all'installazione di una lavatrice a grande capacità e di un'asciugatrice in un nuovo spazio dedicato, potranno lavare e asciugare velocemente gli abiti. La raccolta fondi per acquistare i macchinari e portare a termine i lavori di muratura e installazione risale al Gran Galà di Natale Assindustria 2018.
«A nome di tutti i 3500 imprenditori di Padova e Treviso vi dico grazie - ha detto Massimo Finco - Mi piace ripetere, ne sono profondamente convinto, che noi imprenditori, prima di tutto, siamo cittadini, legati al proprio territorio, attenti e responsabili non solo verso le nostre aziende, ma verso le persone, verso la comunità. Questi sono i valori in cui crediamo e la nostra identità. Ma impegno, condivisione, responsabilità debbono tradursi in gesti magari semplici, ma concreti. Ogni volta che vengo qua mi sento in colpa, perché si fa sempre troppo poco. Siamo tutti parte di una stessa realtà e dobbiamo crescere assieme». Tanti i volontari che ruotano attorno alle cucine polari, tra questi anche i medici che prestano servizio gratuitamente per gli indigenti. Il lunedì l'ambulatorio medico fa doppio turno, mentre il resto della settimana è aperto solo di mattina, con una trentina di medici, con tanti specialisti. Da marzo ad oggi sono stati registrati 1200 pazienti.
IMPRESE«Sono molte le imprese del territorio - ricorda don Marco Cagol - che nel silenzio aiutano e sostengono le attività delle Cucine. È giusto ringraziare per questa generosità e dare riscontro, in particolare, della realizzazione di questo progetto che avevamo nel cuore: offrire la possibilità di lavare i propri indumenti in lavatrice e non a mano e permettere alle persone che si servono abitualmente di questo servizio, di avere anche un piccolo spazio per riporre il proprio cambio pulito. È una risposta a un bisogno elementare, ma non scontato, che tocca profondamente la dignità della persona e risponde a un'esigenza intima profonda: potersi presentare anche esteriormente dignitosi e puliti, primo passo per acquisire più considerazione di sé e facilitare l'interazione con altre persone».

«Siamo un Paese che si racconta peggio di quello che è - conclude Maria Cristina Piovesana - invece realtà come queste fanno capire quanto la nostra società sia inclusiva».
Elisa Fais Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino