PADOVA - Il lato buono dell’immigrazione, quando un rifugiato politico ghanese blocca e consegna alla polizia un ladro italiano. L’eroe, il protagonista, è Mattew...
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Erano in via D’Avanzo, dietro allo scalo ferroviario, quando Mattew ha visto...«Un uomo all’interno del posteggio del supermercato In’s - ha spiegato in inglese - che si è avvicinato a un’auto in sosta. Poi, con un sasso in mano, ha sfondato il finestrino. Prima ho provato a capire cosa stesse succedendo e in un secondo momento ho urlato a quell’uomo di fermarsi...».
Ed è a questo punto che Mattew, il ghanese, sprovvisto di un telefono cellulare, ha deciso di rincorrere il ladro. «Ho gridato - ha ripreso sempre in inglese - ma lui non si è fermato. Così l’ho rincorso, l’ho raggiunto e sono riuscito a bloccarlo. Intanto il mio capo nigeriano ha chiamato la polizia. Ma il ladro voleva fuggire e mi ha minacciato con la pietra usata per sfondare il vetro dell’auto e una siringa. Io non ho avuto paura - ha terminato Mattew - e lo stretto con più forza. Poi il mio capo è venuto ad aiutarmi e lo abbiamo consegnato alla polizia».
In via D’Avanzo è intervenuta una pattuglia della sezione "Volanti". I poliziotti hanno preso in consegna e arrestato per rapina Vincenzo Scala di 39 anni, napoletano e già noto alle forze dell’ordine per i suoi reati contro il patrimonio. Gli agenti in tasca gli hanno trovato altre due siringhe oltre a quella che aveva già in mano. L’ultimo suo arresto risale al 14 febbraio scorso, quando è stato sorpreso mentre rubava all’interno di un furgone in piazzale Boschetti.
Mattew, anche ieri, è andato a dare una mano in negozio al suo amico nigeriano. Poi è rientrato a dormire nell’abitazione occupata di via Tommaseo. Prima stava in via Gradenigo 8, nella sede di "Razzismo Stop". La struttura di via Tommaseo è chiusa da tre anni. «L’edificio è di proprietà di una banca - ha spiegato Luca Bertolino portavoce di "Razzismo Stop" - ed è stata anche messa all’asta. Al momento non siamo stati denunciati da nessuno. Mattew, insieme a una cinquantina di richiedenti asilo politico, prima viveva in via Gradenigo. Ma la palazzina aveva alcuni problemi. Non si potevano più ospitare dignitosamente queste persone. E così - ha terminato Bertolino - abbiamo occupato questo edificio di via Tommaseo 90». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino