PADOVA Tra il comandante della Polizia Locale Lorenzo Fontolan e le sigle sindacali ormai è muro contro muro. Uno scontro sui cui ha cercato mediare, pare con risultati...
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Le sigle sindacali, però, non ci stanno e vanno al contrattacco. A puntare il dito contro il comandante sono Salvatore Santoro di Cgil Fb, Francesco Scarpelli di Uil Fpl e Michele Ponchia di Csa Ral. «Le dichiarazioni di Fontolan tradiscono quello che avevamo inteso come un patto tra gentiluomini e vanno a minare il percorso di mediazione coraggiosamente intrapreso – dicono i tre sindacalisti - Le sigle sindacali, con grande senso di responsabilità nei confronti della città, nonostante il mandato ricevuto dai lavoratori hanno rinunciato all’assemblea annunciata in occasione della maratona di Sant’Antonio. Un impegno raggiunto, a fronte del congelamento dei nuovi turni, con il sindaco Sergio Giordani».
LA PROTESTA
«Il Corpo di Polizia Locale di Padova fin dal 2001 non solo lavora il sabato, ma lavora sette giorni su sette per 365 giorni all’anno con turni che coprono ciclicamente le 24 ore – rincarano la dose Cgil, Uil e Csa - Evidenziamo che non solo gli spacciatori non si riposano mai, ma che l’attività della Polizia Locale si estende a 360 gradi in tutti gli ambiti e le problematiche che riguardano la città e che richiedono il medesimo e massimo impegno da parte degli operatori nell’arco delle 24 ore». «Mai è stata messa in discussione la disponibilità dei lavoratori ad aumentare la presenza il sabato – dicono ancora Santoro, Scarpelli e Ponchia - Il modello basato sui sei giorni lavorativi è una soluzione che è stata adottata per molti anni e che si è dimostrata inefficiente sotto molti aspetti, soprattutto alla luce del più grave dei problemi: la carenza di personale. Ricordiamo che quando l’amministrazione comunale ha avuto la facoltà di assumere personale, libera dai vincoli imposti dal normativa, lo ha fatto solo parzialmente indebolendo la struttura stessa rispetto ad una città in continua espansione e crescita».
«Il modello dei sei giorni – concludono - sguarnisce il territorio nelle fasce orarie dove maggiore è l’afflusso veicolare e pendolare in città e maggiore è la richiesta d’intervento che proviene alla centrale operativa, con conseguente difficoltà nel dare risposta ai cittadini. Il problema, quindi, non è quello di lavorare meno il sabato, ma di conciliare la presenza di sabato con le esigenze degli altri giorni della settimana e, perché no, con la vita familiare dei lavoratori che hanno sempre fatto sacrifici».
Alberto Rodighiero Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino