Russa in chiesa, il parroco lo sveglia suonando l'organo a tutto volume

Don Luigi Bonetto
VIGODARZERE (PADOVA) - Scoperto a dormire in chiesa: il parroco lo sveglia al suono dell'organo. «Non dava nessun fastidio, certo, ma dormire in chiesa non mi sembra il...

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VIGODARZERE (PADOVA) - Scoperto a dormire in chiesa: il parroco lo sveglia al suono dell'organo. «Non dava nessun fastidio, certo, ma dormire in chiesa non mi sembra il luogo opportuno. Tanto più che doveva iniziare la funzione religiosa con la recita del rosario. Visto che non si è svegliato ai rumori dei fedeli che arrivavano, allora ho provato "con le cattive" e ho suonato l'organo».




Non è la prima volta che don Luigi Bonetto, parroco di San Martino di Vigodarzere, sorprende l'uomo, sui 40 anni di Vigodarzere, a ronfare sui banchi della chiesa: colpa non certo di una crisi mistica, ma di qualche bicchiere di vino di troppo.



«È una nostra vecchia conoscenza: a volte è aggressivo e attraversa momenti difficili - ammette il sacerdote - e già in alcune occasioni dei parrocchiani mi hanno segnalato al sua presenza in chiesa. L'altro giorno, poco prima delle 16, sono entrato in chiesa per azzerare il segnale di campana che annuncia l'adorazione. Disteso su uno dei banchi, lì davanti, l'ho trovato che dormiva beatamente: il calduccio della chiesa, aperta tutto il giorno fino a tarda sera, e la quiete del luogo evidentemente hanno conciliato il sonno. Un sonno robusto, marcato dal ritmo di un russare profondo. Due ore più tardi sono tornato in chiesa per la quotidiana recita del rosario, e il gruppetto di fedeli abituali aspettava l'inizio della preghiera. Il nostro ospite ha continuato a ronfare di grosso.



Qualcuno mi ha chiesto: «E adesso come facciamo?». Allora li ho rassicurati avvicinandomi all'organo e, alzata la saracinesca della consolle e acceso lo strumento, ho iniziato a suonare dolci melodie natalizie, spostando ogni tanto la testa per controllare l'effetto sul dormiente. Niente da fare».



A quel punto, don Luigi è passato a metodi decisamente più energici. «Ho inserito un paio di registri di quelli che svegliano anche i morti e il dormiente in pochi secondi è balzato in piedi, guardandosi attorno sgomento. Si è sistemato il cappotto e, impacciatissimo, ha fatto un gesto di scusa ai e si è avviato caracollando verso l'uscita». Il metodo si è rivelato efficace e la recita del rosario ha potuto avere inizio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino