PADOVA Erano nati come gruppi spontanei di cittadini accomunati dalla paura di trovarsi i ladri in casa. Negli ultimi anni sono stati riconosciuti ufficialmente dalla prefettura e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per ora le adesioni sono una ventina ma la volontà è quella di crescere in fretta sulla scia degli altri gruppi già ben strutturati.
IL METODO
I Comuni sono suddivisi per strade oppure per quartieri. Chi aderisce al “Controllo del vicinato” vigila sul proprio territorio segnalando episodi e movimenti sospetti su un gruppo WhatsApp. Le segnalazioni vengono valutate e, se ritenute affidabili, un coordinatore inoltra l’informazione alle forze dell’ordine. «Se un cittadino nota un furto in atto ovviamente è bene che chiami subito le forze dell’ordine e solo successivamente avvisi il gruppo WhatsApp» aggiunge Giorgio Tripodi, anima del gruppo di Montegrotto, tornando poi a premere su un concetto per lui fondamentale: «La nostra è solo una vigilanza statica - spiega -. Qui siamo molto distanti dalle ronde in strada. Non c’è nulla di pericoloso».
I gruppi sono legati ad un’associazione nazionale che sottoscrive assieme ai Comuni interessati dei protocolli con la Prefettura, per poi creare un filo diretto tra i propri referenti e le centrali operative di carabinieri, vigili e polizia.
LA STORIA
Attualmente i comuni coinvolti sono cinque ma entro Natale potrebbero raddoppiare. Il primo gruppo si è formato nel 2015 ad Albignasego e oggi gli aderenti sono oltre 300. Un anno dopo è toccato a Montegrotto (700 persone coinvolte) e Vigonza (dove si contano addirittura 750 cittadini suddivisi in 13 gruppi). L’anno scorso è stata la volta di Cadoneghe dove i cittadini interessati sono circa 200. Da pochi giorni, infine, è nato il gruppo di Agna. Parliamo di oltre duemila sentinelle padovane, ma il numero lieviterà nei prossimi mesi.
Il comune di Padova è già a buon punto e merita un discorso a parte (nella pagina accanto). In dirittura d’arrivo è anche il gruppo di Galliera Veneta: mancano pochi dettagli e dovrebbe partire entro dicembre. In corso di attivazione ci sono infine i gruppi di Carmignano, Cittadella, Due Carrare, Noventa, Selvazzano e Vigodarzere.
I FINANZIAMENTI
La proposta di legge regionale, sottoscritta da 12 consiglieri di Lega, Lista Zaia e Centrodestra Veneto, prevede la spesa di 300mila euro nei prossimi due anni per la creazione di sportelli informativi e altre attività legate al consolidamento dei gruppi.
«Attendo di leggere per bene la proposta di legge - osserva Tripodi -. Fino ad ora il nostro punto di riferimento è stato il prefetto Franceschelli, persona squisita che ha manifestato fin da subito interesse. Se ci sarà un appoggio istituzionale in più, non potrà che far bene». Ma i gruppi, intanto, fanno bene alla sicurezza dei quartieri? «I furti sono in calo - risponde il coordinatore -. Non possiamo misurare in modo scientifico il legame tra questo dato e la nostra attività, ma di certo siamo un buon deterrente. E poi aiutiamo la socializzazione tra vicini». Una pizza in compagnia, quindi, con uno sguardo a WhatsApp.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino