Terrore in tribunale: commerciante in crisi si infila il cappio al collo

(archivio)
PADOVA - Avrebbe potuto cavarsela pagando un'ammenda da 200 euro. Ha voluto invece sollevare platealmente il suo caso in tribunale. Si sono vissuti attimi di terrore ieri...

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PADOVA - Avrebbe potuto cavarsela pagando un'ammenda da 200 euro. Ha voluto invece sollevare platealmente il suo caso in tribunale. Si sono vissuti attimi di terrore ieri mattina nell'aula che ospitava le udienze del giudice Nicoletta De Nardus. Un imputato in evidente stato di alterazione ha estratto una corda dalla tasca posteriore dei pantaloni e se l'è infilata al collo come un cappio. Soltanto il pronto intervento dell'ufficiale giudiziario, del cancelliere e di alcuni avvocati ha scongiurato il peggio. Il cappio è stato fatto rapidamente sparire. Poi il giudice si è messo a dialogare con l'imputato riuscendo a tranquillizzarlo nel giro di pochi minuti.


Giuliano Biasi - questo il nome del protagonista del fuoriprogramma - è un ex commerciante sessantenne, anch'egli vittima della crisi. Era finito davanti al giudice per aver fatto opposizione ad una contravvenzione, legata all'incauto acquisto di alcune attrezzature. Un fatto di lievissima entità che avrebbe tranquillamente potuto estinguere pagando 200 euro. Ed invece Biasi ha scelto la strada del processo. Quando è stato chiamato ha chiesto al giudice di poter fare alcune dichiarazioni spontanee. Voleva rimanere in piedi, quasi fosse una sorta di comizio. Con pazienza il giudice l'ha invitato a sedersi sulla sedia dei testimoni. L'ex commerciante ha iniziato a raccontare le sue vicende professionali. Era un fiume in piena. Sommerso dai debiti, con una montagna di cartelle dell'Inps da onorare, senza più alcuna possibilità di fatturare e di guadagnare. In altre parole un uomo sul lastrico. Che ha peraltro ammesso di aver compiuto il reato. L'incauto acquisto non era stato un errore. Anzi. Si era trattato di una sua precisa necessità. A suo dire non poteva fare altrimenti. A quel punto il giudice l'ha interrotto chiedendogli per quale ragione non avesse pagato la contravvenzione.


Biasi era fuori di sè. Voleva andare avanti nel racconto del suo disagio. Si è rivolto al giudice esortandola a fare qualcosa per lui. Era in piedi davanti alla dottoressa De Nardus quando è comparso il cappio tra le sue mani. Infilandoselo al collo ha allargato le braccia pronunciando la frase: «Allora questa è l'unica soluzione che mi resta». Non ha fatto in tempo a stringersi la corda al collo. È stato immediatamente bloccato. Il giudice l'ha assicurato allo stesso modo in cui un genitore premuroso si rapporta con il proprio figlio. Studierà opportunamente il caso dell'ex commerciante prima della prossima udienza, in calendario il 10 luglio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino