Il "cicchetto sospeso" appeso di notte al bar: «Buon appetito»

Il sacchetto appeso alla saracinesca del bar
PADOVA Il sacchetto viene appeso all’inferriata quando avanza qualcosa. E regolarmente, alla mattina, è sparito. Chi nel buio della notte, in Ghetto, fa uno spuntino...

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PADOVA Il sacchetto viene appeso all’inferriata quando avanza qualcosa. E regolarmente, alla mattina, è sparito. Chi nel buio della notte, in Ghetto, fa uno spuntino fuori orario oppure si sfama con il cibo lasciato a disposizione? Non si sa. Nessuno, nè i titolari del bar nè i vicini hanno raccolto qualche indizio. Ma chi ne approfitta c’è, eccome. Da quando ha preso il via questa abitudine non resta mai traccia di spuncioni e cicchetti. Studenti reduci da bagordi? Qualche senza tetto che dorme in zona? Venditori stranieri di fiori e accendini? Bisognosi che ormai sanno di trovare ogni tanto qualcosa di prelibato da mettere sotto i denti? «Ci dispiace buttarli. Sono buoni. Buon appetito», è il piccolo cartello attaccato al sacchetto.

 
L’iniziativa è dell’enoteca La Boccia in via dei Soncin 39, vicino a piazza Duomo. Il cibo avanzato in giornata verrebbe buttato via, ma Alessia Lazzaro e Carlo Bertolin hanno pensato che fosse un vero peccato. Da qui l’idea dello “spuntino sospeso”. «Abbiamo iniziato ormai qualche mese fa - racconta Alessia, moglie di Federico Contin, volto noto della nightlife padovana che ha plaudito all’iniziativa - Quando non vanno via tutti i cicchetti che prepariamo ogni giorno con il pane fresco e ingredienti pregiati, li mettiamo in una busta fuori dalla porta e ce ne andiamo. Non succede tutti i giorni, anche perché ci auguriamo di vendere sempre la nostra produzione quotidiana, ma siccome non vogliamo metterli in frigorifero perché il giorno dopo si sentirebbe la differenza preferiamo regalarli a qualcuno che ha necessità».
IL “MISTERO”
Nessuna telecamera in zona che possa aiutare a capire chi sono i beneficiari. Solo ipotesi sui potenziali “clienti”. «Non credo che ci sia un’utenza abituale perché questa evenienza succede ogni tanto - commenta Bertolin, alla sua prima esperienza come ristoratore dopo essere stato direttore commerciale di un’azienda - Ad oggi sarà capitato una trentina di volte e mediamente ci saranno rimasti una decina di pezzi. Dalla prima volta che abbiamo messo fuori la borsa non abbiamo mai ritrovato niente il giorno dopo, tranne che una sera all’inizio dell’estate in cui forse anche i nostri avventori dell’ultima ora erano in ferie».
I SOSPETTI
Qualche sospetto però c’è. «Secondo noi potrebbero essere i giovani venditori stranieri che si spostano tra i locali in centro. Mi auguro che quando passano qui sa noi, siano felici di trovare qualcosa da mettere sotto i denti». Per il momento nessuno ha lasciato ringraziamenti, ma i titolari sono convinti che chi fa lo spuntino notturno abbia apprezzato. «Non abbiamo mai pensato a una trovata pubblicitaria. Possiamo dire che il nostro è un atto caritatevole che speriamo finisca alle persone giuste e se qualche altro esercente ci copierà farà solo bene al prossimo. Fuori dai supermercati capita spesso di vedere gente bisognosa che cerca qualche merce avanzata nei cassonetti. Probabilmente noi come locale siamo i primi ad aver avuto questa idea. Forse adesso, quando si saprà della nostra iniziativa, ci sarà anche qualche curioso in più di passaggio lungo la nostra strada».
IL PROPOSITO
Un’iniziativa che finora ha raccolto solo plausi, nessuna critica. «È chiaro che il nostro non è un sacchetto con scarti di cibo. Qualcuno ci ha consigliato però di sentire qualche prete delle parrocchie vicine per sapere se magari tramite loro è possibile che i nostri spuncioni finiscano nelle mani di chi ha veramente bisogno. Se riusciremo a trovare il contatto appropriato magari avviseremo direttamente chi di dovere quando ci rimane qualcosa».

Il winebar, aperto dalla primavera dell’anno scorso al posto del Beluga, chiude dopo mezzanotte e periodicamente organizza degustazioni di cibi abbinati a vini puntando sulla materia prima dei prodotti e le cantine di piccoli produttori. «La nostra clientela è abbastanza adulta anche perché non serviamo lo spritz tanto in voga tra i giovani, ma solo l’americano - concludono i titolari - Siamo favorevoli ad iniziative a sfondo sociale ed entro dicembre ci piacerebbe realizzare un evento con una raccolta fondi per la comunità di ragazzi disabili Villa Savioli di Abano Terme con cui abbiamo già collaborato».
Paolo Braghetto
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Il Gazzettino