Rifiutò la chemio, i giudici: «Scienza ineludibile, Eleonora andava curata»

Eleonora Bottaro
PADOVA - “Il nostro ordinamento si basa sulla scienza”. È con questa motivazione che i giudici della Corte d’Appello, hanno mandato a processo i coniugi...

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PADOVA - “Il nostro ordinamento si basa sulla scienza”. È con questa motivazione che i giudici della Corte d’Appello, hanno mandato a processo i coniugi Lino Bottaro e Rita Benini accusati di omicidio colposo dalla previsione dell’evento per non avere sottoposto la figlia Eleonora all’epoca di 17 anni e malata di leucemia alla chemioterapia. Decisione dei giudici lagunari già impugnata in Corte di Cassazione dall’avvocato Raffaella Giacomin in difesa dei Bottaro, ma respinta dalla suprema Corte che ha confermato la sbarra per i genitori di Bagnoli di Sopra che dovranno comparire davanti al giudice del Tribunale monocratico giovedì prossimo.

 
LA MOTIVAZIONE
Il primo dicembre del 2017 il Gup Mariella Fino aveva decretato il non luogo a procedere per mamma e papà di Eleonora. Tra i punti salienti della sua decisione ne spiccava uno in particolare: “Non vige nell’ordinamento una regola che imponga ai genitori di educare i figli secondo i principi culturali dominanti, ma vige al contrario il diritto di libera manifestazione del pensiero strettamente correlato al principio di autodeterminazione in ambito terapeutico”. La decisione del Gup è stata impugnata davanti alla Corte D’Appello dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari, titolare delle indagini, e i giudici lagunari hanno demolito quanto deciso dal giudice per l’udienza preliminare. Ecco come: “...Non è possibile risolvere ogni profilo, questione e problema attinenti al caso in esame rimanendo alla sola nozione di cultura trascurando di esaminare la diversa nozione di scienza il cui significato e la cui rilevanza appaiono invece ineludibili...”. E ancora: “...La proposizione in questione appare partire dal presupposto inaccettabile per il nostro ordinamento che qualsiasi posizione culturale non debba confrontarsi con il concetto di scienza...”. Tanto che i giudici della Corte D’Appello per sottolineare come il nostro ordinamento si fondi sulla scienza, hanno portato ad esempio l’identificazione di una persona attraverso le impronte digitali. Un sistema infallibile e confutato da dati scientifici. 
GLI ALTRI PUNTI

Il Gup nella sua decisione aveva descritto Eleonora come “...Una giovane adulta in grado di scegliere e ha scelto...”. Ma per la Corte D’Appello non è così, anzi. “...Si osserva che la qualificazione di Eleonora come giovane adulta non appare sufficiente a dirimere ogni profilo problematico dell’intera vicenda in considerazione dell’opera di interferenza e condizionamento che gli indagati risultano aver posto nei confronti della figlia...”. E qui i giudici lagunari hanno abbracciato in pieno la tesi del procuratore aggiunto Sanzari, secondo la quale la volontà di Eleonora è stata manipolata dai genitori seguaci del metodo Hammer (il medico tedesco fautore della nuova medicina germanica assolutamente priva di validità scientifica e di idoneità terapeutica). Infine il Gup aveva sottolineato nelle sue motivazioni di proscioglimento, la “buona fede” dei coniugi Bottaro. Ma la Corte D’Appello ha contestato anche questa decisione, perchè “...Non corrisponde a una precisa lettura del contenuto degli atti d’indagine attribuire una connotazione di buona fede agli indagati. Il loro comportamento appare invece, essere stato diretto a una continua manipolazione della volontà di Eleonora mediante un’opera di filtro, censura e denigrazione di ogni approccio diagnostico e terapeutico che non corrispondesse alle loro preconcette idee in base a quel continuo atteggiamento di non saper ascoltare e di abbarbicarsi alle loro illusioni, che lo stesso Gup ha ben descritto...”.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino