PADOVA - “Il nostro ordinamento si basa sulla scienza”. È con questa motivazione che i giudici della Corte d’Appello, hanno mandato a processo i coniugi...
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LA MOTIVAZIONE
Il primo dicembre del 2017 il Gup Mariella Fino aveva decretato il non luogo a procedere per mamma e papà di Eleonora. Tra i punti salienti della sua decisione ne spiccava uno in particolare: “Non vige nell’ordinamento una regola che imponga ai genitori di educare i figli secondo i principi culturali dominanti, ma vige al contrario il diritto di libera manifestazione del pensiero strettamente correlato al principio di autodeterminazione in ambito terapeutico”. La decisione del Gup è stata impugnata davanti alla Corte D’Appello dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari, titolare delle indagini, e i giudici lagunari hanno demolito quanto deciso dal giudice per l’udienza preliminare. Ecco come: “...Non è possibile risolvere ogni profilo, questione e problema attinenti al caso in esame rimanendo alla sola nozione di cultura trascurando di esaminare la diversa nozione di scienza il cui significato e la cui rilevanza appaiono invece ineludibili...”. E ancora: “...La proposizione in questione appare partire dal presupposto inaccettabile per il nostro ordinamento che qualsiasi posizione culturale non debba confrontarsi con il concetto di scienza...”. Tanto che i giudici della Corte D’Appello per sottolineare come il nostro ordinamento si fondi sulla scienza, hanno portato ad esempio l’identificazione di una persona attraverso le impronte digitali. Un sistema infallibile e confutato da dati scientifici.
GLI ALTRI PUNTI
Il Gup nella sua decisione aveva descritto Eleonora come “...Una giovane adulta in grado di scegliere e ha scelto...”. Ma per la Corte D’Appello non è così, anzi. “...Si osserva che la qualificazione di Eleonora come giovane adulta non appare sufficiente a dirimere ogni profilo problematico dell’intera vicenda in considerazione dell’opera di interferenza e condizionamento che gli indagati risultano aver posto nei confronti della figlia...”. E qui i giudici lagunari hanno abbracciato in pieno la tesi del procuratore aggiunto Sanzari, secondo la quale la volontà di Eleonora è stata manipolata dai genitori seguaci del metodo Hammer (il medico tedesco fautore della nuova medicina germanica assolutamente priva di validità scientifica e di idoneità terapeutica). Infine il Gup aveva sottolineato nelle sue motivazioni di proscioglimento, la “buona fede” dei coniugi Bottaro. Ma la Corte D’Appello ha contestato anche questa decisione, perchè “...Non corrisponde a una precisa lettura del contenuto degli atti d’indagine attribuire una connotazione di buona fede agli indagati. Il loro comportamento appare invece, essere stato diretto a una continua manipolazione della volontà di Eleonora mediante un’opera di filtro, censura e denigrazione di ogni approccio diagnostico e terapeutico che non corrispondesse alle loro preconcette idee in base a quel continuo atteggiamento di non saper ascoltare e di abbarbicarsi alle loro illusioni, che lo stesso Gup ha ben descritto...”.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino