PADOVA Una crisi senza fine che lascia nello scoramento gli stessi negozianti. Il polso l’ha tastato la Confesercenti che il 13 agosto ha concluso un sondaggio su 250 fra le...
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CHI SOFFRE DI PIÚ
La moda ha sofferto maggiormente. Ben il 51,9% dichiara di avere avuto una diminuzione delle vendite superiore al 10% ed un altro 25% di avere avuto comunque una diminuzione.
Anche tra i negozi del settore alimentare le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione. Il 36,4% denuncia una forte contrazione ed il 13,6% comunque una diminuzione. I segnali negativi arrivano soprattutto dalle carni, dall’ortofrutta e dalle panetterie mentre danno indicazioni positive i negozi con prodotti di gastronomia e quelli di vini. Segnali discretamente positivi dai pubblici esercizi in particolare bar e locali serali dedicati al tempo libero. In questo settore il 9,8% ha avuto un incremento consistente delle vendite ed un altro 18% un incremento. Per quanto riguarda le aree sono l’area termale l’area Centrale e Padova quelle dove maggiormente le imprese dichiarano un diminuzione delle vendite.
NICOLA ROSSI
«Il primo semestre del 2019 si è dimostrato, per le vendite al dettaglio, tra i peggiori dal 2011. Su questo dato hanno inciso clima, deregolamentazione degli orari, l’espansione incontrollata della distribuzione organizzata che oggi occupa spazi con le strutture della media distribuzione senza regole d’insediamento, l’e-commerce e soprattutto la diminuzione dei consumi: la capacità di spesa delle famiglie è diminuita di quasi 5 punti percentuali in questi 8 anni» dice il presidente di Confesercenti Nicola Rossi. «Ricordo che i negozi sono la luce, la vita delle nostre città dei nostri centri storici e centri urbani: non possiamo permettere che si spengano».
LA RICETTA
«Il lavoro fatto con molte amministrazioni comunali della provincia, Padova in primis per disegnare e progettare i futuri distretti del commercio rappresenta un tassello importante ma è necessario fare di più - continua - aumentare le risorse pubbliche a favore del recupero delle attività commerciali e la riduzione delle imposte locali. Definire processi di interazione con proprietari immobiliari per l’accessibilità come canoni di locazione legati alla redditività dell’impresa. Introdurre regole di sviluppo anche socio-economiche per la media distribuzione.
«Investire a livello locale su nuove strategie di sviluppo anche attraverso l’adozione di figure professionali altamente qualificate ad esempio il manager del distretto commerciale deve essere una figura stabile e non solo legato ai bandi della Regione. Premiare a livello locale politiche ed iniziative di aggregazione. Sostenere agenzie di marketing territoriale. Promuovere la condivisione dei servizi tra i comuni più piccoli al fine di garantire una maggiore efficienza sia nel marketing, sia negli eventi ma soprattutto nelle aggregazioni di area, di filiera, di servizio tra le piccole imprese della provincia».
Mauro Giacon Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino