Due laghi artificiali per salvare Padova dalle alluvioni

Il bacino in costruzione alla Mandria
PADOVA - È Estate, ma fra un paio di mesi comincerà la stagione delle piogge. E senza andare tanto in là, ricordando l’alluvione fra il 31 ottobre e l’1 novembre del 2010,...

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PADOVA - È Estate, ma fra un paio di mesi comincerà la stagione delle piogge. E senza andare tanto in là, ricordando l’alluvione fra il 31 ottobre e l’1 novembre del 2010, Padova è debole, lo è sempre stata. Minacciata dalle piene del Bacchiglione che arrivano da Vicenza e per le quali si stanno creando gli enormi invasi nell’alto vicentino: recentemente il governo ha stanziato altri 93 milioni nel Piano nazionale anti-alluvioni. Ma c’è anche il Brenta che se andasse in piena in contemporanea al Bacchiglione ci farebbe rivivere lo scenario del 1966. Eppure potrebbe diventare la nostra salvezza se solo riuscissimo a collegarlo ai nostri canali completando l’idrovia. Ma costa 150 milioni di euro e nessuno finora ci ha messo mano.




Poi c’è la cosiddetta "tropicalizzazione", le bombe d’acqua che si riversano improvvisamente in città, come a Firenze o sulla riviera. Su questo fronte si sta facendo molto, da noi. L’opera fondamentale, la più costosa, 18,5 milioni di euro, è lo scolmatore Limenella-Fossetta: un grande fiume-lago sotterraneo capace di raccogliere tutta l’acqua che si riversa da Limena verso l’Arcella e Montà e scaricarla sul Brenta. Vent’anni di gestazione ma i lavori vanno avanti. E a maggio del prossimo anno è prevista l’inaugurazione: 75mila persone non saranno più in pericolo.

Lo scolmatore scorre sotterraneo. Ma ci sono altri due "laghi" che stanno nascendo. Grandi invasi, veri e propri "bacini di laminazione" per trattenere l’acqua che arriva improvvisamente. Uno si sta realizzando alla Mandria, e sarà pronto proprio per ottobre, capace di drenare l’acqua che ad esempio il 7 luglio dell’anno scorso invase per quasi un metro le strade tra via Carnia, via Sottomarina e via Chioggia allagando interamente il sottopasso. La colpa è in gran parte della nuova direttissima per Abano che ha richiesto la deviazione dei fossi. Qui dopo l’Accordo fra Comune, Veneto Strade e Consorzio, la "Martino Silvestro" sta lavorando a ritmo serrato. Per 123mila euro si è aggiudicata l’appalto che creerà una vasca parallela alla bretella, lunga 1.650 metri e larga 7. Insomma occuperà 10mila metri quadrati. Dentro ci saranno i tubi, di portata raddoppiata, che arrivano dalle vie vicine. L’acqua sarà poi indirizzata allo scarico del collettore consortile.

Il secondo "lago" nascerà al Forcellini, su una superficie parallela al canale S. Gregorio. Il settore Infrastrutture ha già redatto il progetto definitivo e il consiglio comunale si pronuncerà il 24 agosto per reiterare il vincolo urbanistico necessario (l’area è a verde pubblico) per dare il via agli espropri. La vasca servirà per mantenere all’asciutto un intero quartiere, il Comune ci ha impegnato 600mila euro. L’area è di 14mila metri quadrati e la portata di 11mila metri cubi. Nel bacino di laminazione confluiranno le acque dello scolo Terranegra, in pratica le fognature.


Sono interventi che ha seguito in modo particolare il consigliere regionale Fabrizio Boron (foto), all’epoca assessore. «Poi al Forcellini serviranno idrovore per lo scarico sul S. Gregorio. Questo è un compito che dovrebbe spettare al governo. Io mi batterò in Regione perché accada ma anche l’anno scorso Renzi aveva annunciato fondi che non sono mai arrivati come quelli che servirebbero per lo scolmatore ovest a Chiesanuova». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino