Ovs rinuncia all'acquisto di Coin: «Troppo caro». Saltano le nozze venete

Stefano Beraldo
MILANO - Ovs rinuncia all'acquisto di Coin, l'insegna che oggi conta 37 store, da cui la catena di negozi guidata da Stefano Beraldo era stata scorporata per essere...

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MILANO - Ovs rinuncia all'acquisto di Coin, l'insegna che oggi conta 37 store, da cui la catena di negozi guidata da Stefano Beraldo era stata scorporata per essere quotata in Borsa nel 2015. Le nozze, tutte venete, sono saltate dopo più di sei mesi di esclusiva, al termine delle quali Ovs, ancora impegnata a ridurre il proprio debito, ha considerato che l'investimento era troppo oneroso. Di certo di ammontare ben diverso dai soli 4 milioni di euro di esvorso con cui due anni fa si era comprata i negozi (e l'archivio) Stefanel.

Il comunicato di Ovs

«Le due parti hanno ritenuto di terminare le trattative», ha annunciato Ovs nella nota sui conti preliminari del 2022 chiuso con vendite nette per 1,5 miliardi (+11%), grazie anche a una buona stagione natalizia e a quella più importante dei saldi invernali, con la prospettiva di crescere ancora nell'anno appena iniziato. La catena di abbigliamento ha riconosciuto la valenza commerciale del brand e del network Coin ma, pur continuando a valutare opportunità di crescita esterna, preferisce continuare l'azione di deleverage nella convinzione che, nell'attuale contesto di mercato e alla luce delle attuali quotazioni, rappresenta meglio l'interesse dei suoi azionisti.

Coin, dopo aver perso Ovs per effetto delle scelte del precedente socio, il fondo Bc Partners, è passato in mano ai manager e a un gruppo di piccoli imprenditori veneti, proseguità anch'esso per la sua strada. Per il gruppo guidato da Beraldo intanto l'aumento dell'11% dei ricavi netti a 420 milioni nel quarto trimestre accompagnato dal miglioramento della marginalità, con l'Ebitda in crescita di oltre il 10%, ha spinto i ricavi 2022 oltre 1,5 miliardi. Tale risultato contribuisce a generare un free cash flow dei dodici mesi superiore a 60 milioni e, conseguentemente, un leverage al 31 gennaio 2023 inferiore a 1,00x. Di buono c'è poi che le tensioni inflazionistiche sui costi viste nel 2022 si stanno stemperando, con una discesa attesa a partire dalla seconda parte del 2023, così da far prevedere un anno in ulteriore crescita. 

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Il Gazzettino