UDINE - «Non si può morire nel bagno di una stazione a sedici anni». È la prima cosa che ha pensato Rossella Rizzatto, la preside della scuola in cui la...
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LA SCUOLA
«Ho parlato a lungo con i ragazzi della sua classe - racconta la preside - e li ho ascoltati. Si sono chiusi in un rispettoso silenzio. Penso che forse si organizzeranno per ricordarla. Ma oggi (ieri ndr) stavano riflettendo sulla tragedia. Erano senz'altro provati. Molto, molto, molto chiusi nel loro dolore. Ed è giusto che sia così». La dirigente si è subito attivata. «Ho convocato quelli che noi chiamiamo gli stati generali, lo staff della scuola, più il comitato genitori. È indispensabile che le famiglie tornino ad avvicinarsi alle scuole, in genere. Noi, da soli, riusciamo a fare poco», aggiunge la dirigente, rimasta attonita come tutti alla terribile notizia che ha scosso il Friuli nel profondo. Sconvolta Udine, dove il dramma ha visto il suo epilogo. Travolta Palmanova, dove la sedicenne viveva con la madre. Ma anche i social hanno fatto rimbalzare parole di vicinanza e di solidarietà. Parole che alcuni amici e conoscenti, «impietriti dal dolore», hanno accompagnato con una poesia di Steiner.
IL SINDACO
Il primo cittadino della città stellata Francesco Martines, come tutti, attende che l'inchiesta faccia il suo corso e che l'autopsia dica perché la 16enne è morta nel bagno della stazione di Udine e se l'ipotesi di una sospetta overdose, al vaglio degli investigatori, sarà confermata o meno. «Non conoscevo personalmente la sedicenne. Ma conosco i nonni materni e uno zio della ragazza. Persone stimate - riferisce Martines -. Ho appreso della notizia a tarda sera mercoledì. Sicuramente andrò a trovare la sua famiglia. Sono vicino ai familiari e al loro dolore. Non si può morire a sedici anni, soprattutto se avviene in queste circostanze. Non metterei l'accento sul tema della sicurezza. Dico che quando succedono fatti così gravi dobbiamo prendere coscienza che servono più investimenti per la scuola e per i servizi sociali. Spesso ci sono fasce di disagio che come amministratori non riusciamo a intercettare». Anche per Martines, «una ragazza che muore così a 16 anni è una sconfitta per tutti noi che abbiamo responsabilità pubbliche, a tutti i livelli». Dopo il sindaco Pietro Fontanini, che subito ha preso posizione sul fatto, come il governatore Massimiliano Fedriga, interviene anche l'assessore udinese (e medico) Giovanni Barillari. «Aspettiamo la certezza sulle cause della morte - premette -. Purtroppo, a questo punto, alla nostra comunità non resta che raccogliersi attorno alla famiglia della sfortunata ragazza, ma abbiamo il dovere di reagire. L'assessorato alla Salute non lascerà che questa tragedia, che è un grido di dolore dei nostri giovani, rimanga inascoltata: chiamiamo a raccolta tutte le forze sul campo per coordinare una campagna di contrasto e prevenzione sulle droghe, a cominciare da quelle subdolamente definite leggere, in tutte le superiori della nostra città». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino