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TREVISO - «Siamo due matti che cavalcano l'onda del cibo di mare»: Giovanni Caldaralo e Tommy Orlando amano le avventure. E hanno deciso di vivere la loro proprio in centro a Treviso, in piazza dei Signori, aprendo un bistrot di pesce dal nome curioso, il ristorante Dal Prefetto. Caldaralo, poliedrico ristoratore tarantino adottato molti anni fa dalla Marca, e Orlando, veneziano cresciuto a Treviso, con un piede nel business della pizza take away e un passato culinario in Catalogna, hanno puntato lo sguardo su un angolino storicamente mai valorizzato della celebre piazza. Qui, sotto gli ultimi archi del Palazzo della Prefettura, dove fino a ieri sorgeva una dimenticabile ricevitoria Lottomatica, i due giovani imprenditori dell'enogastronomia han deciso di giocarsi una nuova scommessa, il ristorante di pesce Dal Prefetto.
L'IDEA
Di certo, le idee chiare non mancano, e si capisce appena si mette piede in quest'intima e curiosa bomboniera.
LE PROPOSTE
Dal Prefetto il cuore della proposta «sono il pranzo e la cena» ribadiscono Tommy e Giovanni, ammettendone però senza indugio l'evidente predisposizione a coccolare pure l'avventore che desideri semplicemente sedersi nella piazza più iconica di Treviso, per godersi un aperitivo come si deve. Hai visto mai che dopo lo spritz non chieda un tavolo per fermarsi a mangiare.
IL MENU'
«Pesce crudo e cucina di mare, tipica e rivisitata» offre il dinamico duo, affiancando il menù alla carta con una proposta a prezzo fisso all'ora di pranzo. Ed ecco allora intramontabili classici tipo polenta e schie, cappelunghe al forno, buzara coi crostacei, moeche (in stagione) e chi più ne ha più ne metta; ma anche specialità innovative come la burrata fritta con pappa al pomodoro ed alici del cantabrico, o i ravioli al ripieno di cacio e pepe serviti su salsa di calamaretti. Non piace il pesce? In soccorso giungono i risotti della casa, per esempio, da sua maestà col radicchio rosso a quello sfumato con champagne, gela al mandarino e burrata.
I VINI
Per innaffiare la cena, c'è una carta vini che annovera almeno 60 etichette, col Veneto a far la parte del leone e la Francia a ricordare l'ambizione del locale: una novità, senz'altro attrezzata per restituire lustro e dignità a questo cantuccio un tempo anonimo di Piazza dei Signori. Ma chissà, magari presto destinato a diventare invece molto in. Ai posteri la sentenza. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino