“Una vita in gamba” e “Non si molla». Sono questi gli hashtag con i quali Elena Tomasella, 34enne di Cimavilla di Codognè, si sta preparando...
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POCHE SPERANZE
«Soffro di un’osteodistrofia per la quale ho dovuto subire numerosi interventi ai piedi -racconta Elena- Dopo l’ultimo, quello del 2011, non mi avevano dato tante speranze di tornare a camminare. Per quattro anni ho usato le stampelle, ora punto a fare i 6 chilometri. Non voglio essere un supereroe. Essere alla Corri in rosa sarà per me importante, per il messaggio che in un certo senso voglio dare agli altri e a me stessa, quello di non mollare mai, ma anche per dare speranza in questa manifestazione dedicata alle donne». Per essere pronta allo start, si sta allenando con tanta forza di volontà, da dieci settimane, con il kinesiologo e posturologo Franziskus Vendrame. Tanta forza di volontà ed ironia contraddistinguono Elena che vuole portare alla Corri in rosa il suo messaggio di speranza, di lotta, di voglia di non mollare mai, neppure quando il destino ti pone davanti dolore, difficoltà, problemi fisici, scoramento.
UN SIMBOLO
Un simbolo di speranza, proprio come quello che vuole essere la Corri in rosa, organizzata da Maratona di Treviso, giunta alla sesta edizione. Due i percorsi di 6 e di 12 chilometri per testimoniare la vicinanza alle donne che lottano contro il tumore al seno. Coloro che indosseranno pettorale e maglietta rosa concorreranno al pagamento (tramite Maratona di Treviso) delle rate del mammografo acquistato dall’associazione Renzo e Pia Fiorot e installato nell’ospedale Santa Maria dei Battuti di Conegliano, dove è utilizzato dall’Usl2 per lo screening. La lotta contro il tumore al seno parte proprio da uno stile di vita che prevede il sano movimento e la prevenzione. Tante sono coloro che negli anni hanno partecipato, ottomila l’anno passato, in tante hanno corso attraverso una storia di dolore, per una malattia affrontata in prima persona, o per aver perso per un tumore una persona cara.
TEMPRA E IRONIA
Ci sarà anche Elena con il suo messaggio, uguale anche se la malattia è diversa. «La malattia non è un dono, è una grandissima iella -dice la 34enne- ma arrivi a un momento in cui o ti pianti e continui a pensare che ti è capitata una cosa bruttissima o ti fai forza e cerchi un motivo per non arrenderti. Questo è il mio messaggio, qualsiasi battaglia state affrontando, trovate un motivo per andare avanti». E allora #nonsimolla. «Ho sempre cercato di prendere tutto quello che mi è capitato in maniera positiva, con un pizzico di ironia -aggiunge Elena- certo non sarà facile affrontare 6 chilometri, il mio grande problema è proprio la resistenza, ma pian piano con tante uscite e i consigli di Franz tutto sta procedendo per il meglio. Tra l’altro a livello fisico sto riscoprendo forze che non pensavo di avere e poi non mancano i benefici psicofisici». C’è ancora tempo e posto per iscriversi su www.corrinrosa.run. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino