Il Veneto e l'obiettivo autonomia: 6 su 10 sono per lo statuto speciale

Il Veneto e l'obiettivo autonomia: 6 su 10 sono per lo statuto speciale
I  veneti dicono indipendenza: ma cosa intendono? Secondo i dati raccolti da Demos per l’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, la maggioranza pensa al modello delle...

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I  veneti dicono indipendenza: ma cosa intendono? Secondo i dati raccolti da Demos per l’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, la maggioranza pensa al modello delle Regioni autonome (59%), mentre uno su quattro (25%) guarda all’assetto federale dello Stato. Solo una minoranza (8%) pensa alla secessione del Veneto in uno Stato diverso e distaccato da quello italiano. In questo contesto, il referendum sull’autonomia che il Governatore Zaia ha annunciato di voler sottoporre agli elettori veneti trova terreno fertile: poco meno di sette intervistati su dieci (69%), infatti, sostengono la richiesta di autonomia, mentre è una minoranza (20%) a preferire la condizione attuale.

La voglia di autonomia attraversa il Veneto: è (anche) sulla scorta di questo sentimento che il voto alla Liga Veneta prima, e alla Lega Nord dopo, è divenuto così popolare. Oltre vent’anni di ininterrotto Governo regionale e diverse legislature al Governo nazionale, però, non sono bastati alla classe dirigente leghista per fare significativi passi avanti: così, il tema rimane lì, sempre attuale proprio in quanto largamente inattuato. 

Non stupisce, quindi, che il 69% dei veneti si dichiari a favore del referendum che il Governatore Luca Zaia ha annunciato di voler indire per sostenere la trattativa della Regione al tavolo con lo Stato: forse il primo segnale di concreto lavoro sul tema. Piuttosto contenuta (20%), invece, appare la contrarietà, mentre non è trascurabile la quota di intervistati che sull’argomento non si esprime (8%).
D’altra parte, quasi sei veneti su dieci (59%) quando parlano di indipendenza pensano proprio ad uno statuto di autonomia regionale come quello del Trentino-Alto Adige e, se guardiamo ai tratti sociali, vediamo come questo orientamento si mantenga maggioritario e trasversale in tutti i settori considerati. Tuttavia, sono soprattutto le persone di età centrale (35-44 anni, 66%) e gli adulti tra i 55 e i 64 anni (65%) a mostrare il favore più consistente. I valori si mantengono intorno alla media dell’area tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (61%), mentre tendono a scendere tra giovani, anziani (entrambi 54%) e tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (55%). Considerando il livello di istruzione, poi, vediamo che l’adesione a questo concetto di indipendenza si attesta al 52% tra quanti sono in possesso della licenza elementare, sale al 65% tra coloro che hanno conseguito la licenza media e si assetta intorno al 57% tra chi è in possesso di un diploma o una laurea. Considerando, poi, la categoria socio-professionale, vediamo che l’appoggio più esteso è rintracciabile tra imprenditori (69%) e operai (62%), oltre che tra i disoccupati e i pensionati (entrambi 63%). Intorno alla media dell’area, invece, appare il valore registrato tra impiegati (59%). Meno ampio, ma sempre consistente, il favore rilevato tra liberi professionisti (55%), studenti (54%) e casalinghe (53%). 

Consideriamo, infine, la dimensione politica. Gli elettori di Forza Italia (65%) e dei partiti minori (80%) sembrano essere quelli in cui ci sono minori dubbi: indipendenza è essere una Regione autonoma. Anche la maggioranza dei sostenitori del Partito Democratico e Movimento 5 Stelle (60-63%) pensa alla stessa cosa, ma tra di loro tende a crescere anche la quota di chi invece pensa alla secessione del Veneto (12-14%). L’elettorato maggiormente diviso, però, appare quello della Lega Nord: se il 57% quando parla di indipendenza si riferisce all’autonomia regionale, il 40%, invece, aspira alla creazione di uno Stato federale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino