Visite sospese in Radiologia, «ma non per chi può pagarsele privatamente»

L'ospedale di Spilimbergo
SPILIMBERGO - Sul reparto di Radiologia dell’ospedale di Spilimbergo si abbattono gli strali del Pd cittadino, da sempre attento alle vicende della sanità locale e...

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SPILIMBERGO - Sul reparto di Radiologia dell’ospedale di Spilimbergo si abbattono gli strali del Pd cittadino, da sempre attento alle vicende della sanità locale e spesso addirittura in grado di anticipare all’opinione pubblica le decisioni assunte dall’Azienda sanitaria, soprattutto quando si parla di tagli o di riorganizzazione del personale.


LA DENUNCIA 


«Se per ora è stato sventato (dalle proteste della comunità) l’accorpamento dei reparti di chirurgia/ortopedia con quello di medicina - sottolineano i Dem - ecco la nuova trovata per chiudere un altro pezzo di attività sanitaria: attualmente sono sospese tutte le richieste di prenotazioni per i servizi di radiologia. E tutte le richieste vengono deviate verso i centri privati - denunciano -. Da maggio saranno garantite solo le prestazioni del Pronto soccorso, urgenze esterne e interne. Chi era in lista per esami di Tac, ecografie, mammografie e raggi vari verrà dirottato su strutture convenzionate».


RADIOLOGI E MACCHINARI


«Come al solito i radiologi rimasti a Spilimbergo dovranno andare a coprire i posti vacanti in altri ospedali - incalzano dal Pd -. La Tac arrivata a Spilimbergo, grazie alla giunta Serracchiani, e pomposamente inaugurata dal centrodestra locale e regionale, e i nuovi mammografi come verranno utilizzati?», si chiedono. Entrando nel dettaglio i Democratici aggiungono: «A quanto pare, l’Asfo ha fatto sospendere le prenotazioni e le attività della radiologia nell’ospedale di Spilimbergo (tranne urgenze e interni) e fa girare i radiologi per coprire vuoti in altri ospedali, considerando come al solito il nostro nosocomio come una sorta di bancomat di risorse umane da utilizzare alla bisogna. Ma, per l’appunto, nelle realtà dove ha fatto sospendere l’attività di radiologia per i cittadini in lista d’attesa, l’Asfo permette e autorizza attività in esercizio di libera professione, creando così ulteriore disparità tra chi può permettersi esami a pagamento e chi non può permetterseli», attaccano i Dem mosaicisti.


I DUBBI SULL’UTILIZZO


«Questa è una pratica assolutamente lecita, sia chiaro, essendo prevista dalla legge e dai contratti. Resta però il dubbio sull’opportunità di una simile gestione. Di fatto, i macchinari acquistati con fondi pubblici, della sanità pubblica, per curare tutti i cittadini senza distinzioni socio-economiche, continuano a essere utilizzati per gli esami a pagamento. I cittadini di serie A, che possono pagare, possono continuare a usufruire dei macchinari della sanità pubblica. I cittadini di serie B, che non possono sborsare molti soldi per i loro esami, non usufruiscono dei benefici e dei beni della sanità pubblica pagati con le loro tasse». Da parte sua l’Asfo, attraverso il direttore sanitario Michele Chittaro precisa «che la libera professione non può essere fermata se i radiologi effettuano a tempo pieno il loro lavoro, anche se in altre strutture ospedaliere a causa della carenza di personale».

 

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Il Gazzettino