Covid, pronto il piano di emergenza dell'ospedale di Padova

Un reparto di terapia intensiva
PADOVA «L’ospedale è per natura un luogo pronto ad affrontare l’emergenza, ma ora stiamo alzando l’asticella per essere un passo avanti rispetto al...

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PADOVA «L’ospedale è per natura un luogo pronto ad affrontare l’emergenza, ma ora stiamo alzando l’asticella per essere un passo avanti rispetto al Covid». Anche nel giorno di festa il dg dell’Azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben passa la giornata incollato al telefono tra calcoli, tabelle e previsioni. Il virus continua a mordere, per il Veneto si prospetta un Natale in zona gialla e gli ospedali devono farsi trovare pronti. «Essere un passo avanti rispetto al Covid» significa dunque attivare in tempo utile nuovi letti per evitare che tutti i reparti si riempiano. Il piano d’urto dell’Azienda assomiglia ad una fisarmonica che si allarga e si stringe: le dimissioni degli ultimi giorni consentono di respirare, ma se ci sarà una nuova impennata di ricoveri potranno essere aperti fino a 50 nuovi posti nel giro di 48 ore. 


 

I NUMERI

L’Azienda ospedaliera oggi conta, tra Giustinianeo e Sant’Antonio, 137 pazienti colpiti dal Covid così suddivisi: 75 ricoverati in area medica, 30 in area sub-intensiva e 32 in area intensiva (principalmente non vaccinati). Oggi sono liberi 6 letti in area intensiva e 18 letti per i ricoveri ordinari. 
Se servirà saranno subito attivati 37 letti di area medica all’ottavo piano del monoblocco. Dal punto di vista delle Terapie intensive, invece, il reparto del Giustinianeo è pieno ma al Sant’Antonio ci sono ancora quattro letti liberi. 
Nello scenario peggiore l’Azienda potrà ricalcare il piano dell’anno scorso con oltre 250 posti letto Covid raggiungendo perfino i 116 letti di Terapia intensiva, ma grazie a vaccini e Super green pass questo è un film che a Padova nessuno intende rivedere. 
 

I REPARTI

In via Giustiniani i reparti oggi attivi sono quello di Malattie Infettive guidato dalla professoressa Cattelan (26 posti che in caso di necessità potranno arrivare a 29) e la Clinica Medica Terza al primo piano del monoblocco del professor Vettor (16 posti).
Troviamo poi la fisiopatologia respiratoria del professor Vianello (una terapia sub-intensiva in grado di salire da 18 a 32 posti-letto) e un’altra terapia sub-intensiva diretta sempre dal professor Vettor con 22 letti al nono piano e 16 letti al decimo piano del monoblocco. È tornata interamente Covid, infine, la Terapia intensiva con i 18 posti diretti dal dottor Tiberio.
Al Sant’Antonio sono aperte un’altra Terapia intensiva con altri 18 posti gestiti sempre dal primario Tiberio e due Geriatrie da 18 letti ciascuna: quella diretta dal professor Sergi e quella guidata dal dottor Lo Storto. 
La conseguenza di questa riorganizzazione è un rallentamento delle prestazioni chirurgiche programmate, ma l’Azienda assicura che per prestazioni urgenti e per i pazienti oncologici l’attività prosegue a pieno ritmo. 
 

LE RISPOSTE

Il direttore generale Dal Ben ha limato il piano nei dettagli assieme al direttore sanitario Michele Tessarin e ora spiega: «Abbiamo pianificato una serie di azioni di risposta all’emergenza, che man mano vengono adattate all’eventuale crescita dei ricoverati. Sono azioni che riguardano la logistica e le strutture, ma anche il personale. E’ a loro, a chi è in prima fila, che bisogna rivolgere il nostro pensiero e ringraziamento: da due anni medici, infermieri, personale tecnico e amministrativo, sono ogni giorno a tu per tu con gli effetti della pandemia. E sono pronti a mettersi continuamente in gioco nelle rimodulazioni dell’ospedale imposte dal crescere dei contagi, non senza sforzi. Vorrei - chiude Dal Ben - che tutti sapessero che c’è chi veglia sulla salute collettiva».
 

IN PROVINCIA

La riorganizzazione dell’Ulss, invece, verte prevalentemente sull’ospedale di Schiavonia che torna Covid hospital e riduce l’attività ordinaria, a partire dal pronto soccorso. Qui ci sono già 43 ricoverati e i numeri sono destinati a salire. L’auspicio dell’Ulss è che l’effetto del Super green pass e la corsa alla terza dose aiutino a frenare l’emergenza consentendo al “Madre Teresa” di dedicarsi anche alle altre emergenze. 
 

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Il Gazzettino