Scivolò sul vialetto bagnato dell'ospedale: Ulss 3 condannata a risarcire l'infermiera ferita

Uno dei vialetti interni dell'ospedale Civile di Venezia
VENEZIA -  Scivolò sulla pavimentazione di un vialetto di collegamento tra i reparti dell’ospedale civile di Venezia, resa sdrucciolevole dal ristagno...

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VENEZIA -  Scivolò sulla pavimentazione di un vialetto di collegamento tra i reparti dell’ospedale civile di Venezia, resa sdrucciolevole dal ristagno dell’acqua con cui veniva irrigato il giardino. 


Un’infermiera, all’epoca in servizio nel reparto di Malattie infettive, dovrà essere risarcita con oltre 34 mila euro per le lesioni conseguenti alla caduta. 
Lo ha stabilito la sezione lavoro del Tribunale di Venezia il quale ha condannato la Ulss 3 Serenissima a versare la somma all’ormai ex dipendente, alla quale dovrà liquidare anche più di 10 mila euro di spese di lite.
La sentenza è stata pronunciata a conclusione di una causa avviata dallo Studio Simonetti di Mestre, dopo che l’Azienda sanitaria non aveva accettato di definire la richiesta di risarcimento per via extragiudiziaria.

L’ONERE DELLA PROVA
Nel corso della causa la Ulss 3, assistita dall’avvocatessa Paola Gazzi, ha sostenuto che non vi è prova che l’infortunio sia stato provocato dal ristagno dell’acqua dovuto alla pendenza del fondo in cemento, ma secondo la giudice tale questione non è rilevante: la caduta si è verificata all’interno dell’ospedale, durante l’orario di lavoro della dipendente, e dunque era onere dell’Azienda ospedaliera di fornire la prova di aver posto in essere tutte le misure per impedire che si verificassero incidenti, come prevede l’articolo 2087 del Codice civile. 
Nella sentenza viene evidenziato, peraltro, che dopo l’infortunio, furono eseguiti alcuni lavori per sistemare la pavimentazione del vialetto «a dimostrazione che la stessa costituiva un’oggettiva fonte di pericolo», scrive la giudice.
All’infermiera, andata in pensione pochi mesi dopo l’infortunio, il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento per il danno biologico conseguente ad un’invalidità permanente del 16 per cento e un’invalidità temporanea di ben 163 giorni prima della guarigione.
Su richiesta dello Studio Simonetti la giudice ha liquidato anche il cosiddetto danno morale per la sofferenza patita dalla donna a seguito delle lesioni patite.

Non è stato ritenuto provato, invece, il danno da lucro cessante che era stato richiesto in quanto l’infermiera, dopo l’incidente, fu trasferita in un altro reparto nel quale non era prevista un’indennità che le veniva in precedenza corrisposta. La sentenza potrà essere impugnata in appello, ma nel frattempo la Ulss ha già pagato. 

 

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Il Gazzettino