In ospedale per altri motivi, poi risultano positivi: boom di casi

In ospedale per altri motivi, poi risultano positivi: boom di casi
PADOVA - Cresce il numero di pazienti che arrivano all’ospedale di Padova per cure legate ad altre malattie e che vengono scoperti positivi al tampone prima del ricovero....

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PADOVA - Cresce il numero di pazienti che arrivano all’ospedale di Padova per cure legate ad altre malattie e che vengono scoperti positivi al tampone prima del ricovero. Nel reparto di Malattie infettive diretto dalla dottoressa Annamaria Cattelan, da oltre due anni in prima linea nella lotta al Covid, i ricoveri di questo tipo superano il 60%. L’area di degenza è ormai diventata un reparto misto, dove convivono pazienti affetti da patologie diverse, tutti accomunati dalla positività al Covid. 


«Più della metà dei ricoverati positivi e degenti a Malattie infettive è paucisintomatico o asintomatico – chiarisce la dottoressa Cattelan – ed è in ospedale per altre malattie come sincopi, occlusioni intestinali, coliche renali, infarti o malattie oncoematologiche. Molti sono anziani, vaccinati, ma pluripatologici. Ci sono anche giovani con linfomi o malattie neoplastiche. Le caratteristiche? Sono positivi al tampone, qualcuno mostra un po’ di febbre o ha una polmonite non preoccupante. Hanno sintomi lievi: nessuno ha una patologia respiratoria importante, che necessita di ossigenoterapia. Si tratta di pazienti che possono essere trattati efficacemente con i farmaci monoclonali». 


IL PERCORSO
Gli iter di diagnostica e cura vengono portati avanti in associazione multidisciplinare con altri specialisti, che seguono i diversi pazienti per competenza. La diffusione dei contagi da un lato e la copertura vaccinale dall’altro, stanno via via modificando il profilo dei pazienti che accedono in via Giustiniani. Se nelle prime ondate si aveva a che fare per lo più con persone duramente colpite dai sintomi del Covid e senza protezione vaccinale, ora la situazione si sta capovolgendo. 
«Le persone che entrano in ospedale e si accorgono di essere positive stanno crescendo in percentuale sul numero totale dei ricoveri, che sta comunque calando – dichiara il direttore generale, Giuseppe Dal Ben -. Sebbene non abbiano alcun sintomo legato al Covid, per l’ospedale è necessario un importante sforzo organizzativo per gestire in sicurezza questi pazienti, che ovviamente non possono essere inseriti fra gli altri malati. L’organizzazione dell’ospedale è quindi in continuo cambiamento: in questi anni di pandemia abbiamo maturato la capacità di mettere in atto azioni logistico-organizzative davvero rapide. Competenze che saranno importanti anche nell’era post Covid». 


L’ASSETTO
L’assetto ospedaliero del policlinico, dunque, è pronto a cambiare ancora una volta. In altri ospedali d’Italia stanno nascendo reparti multidisciplinari per asintomatici. Si sperimentano modelli assistenziali che prevedono, all’interno della stessa area, l’attività di medici di differente specializzazione. L’alternativa è creare zone d’isolamento per positivi in ciascun reparto specialistico. L’Azienda ospedaliera in questo senso si è già mossa aprendo un’area Covid in Geriatria, Cardiologia, Clinica ostetrica e Chirurgia. «L’augurio è che la curva epidemica continui a scendere – continua la dottoressa Cattelan – e che quindi si risolva la situazione. Il Covid comunque non scomparirà all’improvviso, ci sarà sempre più bisogno di percorsi dedicati a pazienti asintomatici che al tempo stesso necessitano di cure di altro tipo. I reparti multidisciplinari per positivi saranno il futuro. L’ideale sarebbe avere qualche letto isolato in ciascun reparto, ma per fare questo servono strutture nuove e all’avanguardia, con spazi modulari». 


Ad oggi i ricoverati a Malattie infettive positivi al Covid sono 27. «I ricoverati pauci o asintomatici – specifica la dottoressa Cattelan – hanno comunque un percorso terapeutico complicato, perché necessitano di più tempo e più attenzioni per eseguire gli esami diagnostici. Chiaramente deve essere sempre garantita la sicurezza sia per il paziente che per gli altri, per cui vengono adottati protocolli molto puntuali». 
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Il Gazzettino