VENEZIA - Coltivano insieme, si ritrovano per raccogliere frutta e ortaggi, per passare qualche ora in giardino, e mangiare sempre insieme. Spesso soggetti a grandi solitudini,...
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Grazie a un coinvolgimento attivo degli anziani, intorno all’orto si condividono pensieri e azioni, si creano relazioni sociali. Nella stessa area si è anche aperta una “casa per trovarsi”, un appartamento per incontri, attività pensate per la terza età. La responsabile del progetto, che ha preso avvio nel luglio dell’anno scorso in modo sperimentale riscuotendo un grande successo, è Sara Bonometto dell’Istituzione Veneziana, in squadra con Mirka Rossetto, Roberta Pandolfo, e Patrizia Antonelli. «E’ una risposta agli anziani di Venezia - afferma Luca Segalin, presidente dell’Istituzione Veneziana - di avere un luogo dove trascorrere le giornate in mezzo al verde e in un ambiente ricreativo». Nei mesi estivi si è avviato l’orto, che è stato ripulito dai rifiuti e sistemato con l’aiuto degli anziani. Qui si coltivano pomodori, cetrioli, zucchine, insalata, melanzane, peperoni, zucche, angurie, porri, fagioli. Sono stati piantati anche degli alberi di frutta. Alcuni anziani si prendono cura dell’orto aiutati da un giovane agricoltore, e tutte le settimane viene fatto il raccolto in comune e preparato un pranzo che si svolge sempre in orto. «Tra gli anziani nessuno ha la propria porzione di orto spiega Laura Mascino, architetto dell’Istituzione Veneziana che ha seguito il progetto - qui ortaggi e frutta vengono raccolti tutti insieme. L’importante è costruire comunità, non produrre». Si tratta di un esempio di agricoltura sociale, strumento di politiche urbanistiche e di welfare europee. Durante lo scorso inverno sono stati coinvolti ragazzi di scuole superiori ed elementari limitrofe, che hanno seguito dei laboratori di agraria. Alcuni di questi ragazzi continuano indipendentemente dalla scuola a frequentare l’orto, e si è venuta a creare una vera comunità intergenerazionale. Nel corso dell’inverno si è anche avviato lo spazio dell’alloggio messo a disposizione degli anziani, e la comunità che si trovava in orto ha continuato a ritrovarsi tutte le settimane, dando avvio non solo al pranzo settimanale, ma anche a una serie di laboratori, da quello di sartoria, allo yoga della risata, alla giornata del ballo. «E’ un iniziativa che rientra in una progettualità regionale più ampia - afferma Luigi Polesel, presidente dell’Ire - che mira a favorire proposte per le persone anziane autosufficienti. Si tratta di dare impulso a un percorso di invecchiamento attivo, che rallenta l’istituzionalizzazione, il ricorso a strutture residenziali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino