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Si chiama Jakob Wolf, ma il suo cognome non deve illudere gli animalisti. Il sindaco di Umhausen, paesino austriaco di 3.000 anime situato a poco più di 200 chilometri dai confini veneti, ha deciso di risolvere a modo suo il problema del lupo (e dell’orso) che affligge anche il Nordest italiano. Dopo che 12 pecore sono state sbranate, l’esponente conservatore della Tiroler Volkspartei ha annunciato l’introduzione di un premio per le doppiette che uccideranno i predatori con il permesso del Land: il dimezzamento del canone di locazione della riserva di caccia interessata dall’abbattimento.
L'ordinanza
La scelta è stata svelata dalla Tiroler Tageszeitung, puntuale in questi giorni nel documentare gli assalti alle greggi. In seguito al ritrovamento delle ultime 4 carcasse, il Tirolo ha emesso un’ordinanza di fucilazione che entra in vigore oggi. Nelle prossime 8 settimane, un lupo potrà essere eliminato in 45 aree di caccia, entro un raggio di 10 chilometri. In base alla normativa vigente nello Stato federato, infatti, i grandi carnivori possono essere uccisi se attaccano gli allevamenti adeguatamente collocati dentro i recinti domestici o se, come nell’ultimo caso rilevato, aggrediscono ripetutamente gli animali al pascolo nelle aree di protezione alpina.
L'inseguimento
In previsione di questo via libera, il borgomastro di Umhausen (e componente del Parlamento regionale) ha fatto approvare dal Consiglio comunale un provvedimento che farà discutere, perlomeno alle nostre latitudini. Ha spiegato infatti Wolf: «Abbiamo avuto molte predazioni l’anno scorso. Di nuovo negli ultimi giorni. Ecco perché, su mia iniziativa, ora sarà assegnato il bonus per motivare i cacciatori».
I sospetti
Per il momento il quotidiano di Innsbruck non ha segnalato proteste da parte degli animalisti austriaci. Invece in Trentino continua la battaglia delle associazioni contro la reclusione di JJ4 e M49. AnimaLiberAction ha inviato alla Provincia autonoma le oltre 10.000 firme raccolte online, sul portale buonacausa.org, per chiedere l’immediata liberazione degli orsi rinchiusi nel Centro faunistico di Casteller, nonché le dimissioni del presidente Maurizio Fugatti. Inoltre gli attivisti di StopCasteller hanno confermato il corteo in difesa dei plantigradi, fissato per domani in centro a Trento. I manifestanti formulano poi pesanti dubbi sul caso di M62, trovato in avanzato stato di decomposizione nei boschi sopra Molveno, sostenendo che «sarebbe stato tenuto fuori dalla cella frigorifera per tre giorni prima di essere consegnato» all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie «per l’autopsia». Il loro sospetto è che in questo modo sia stato possibile confondere le tracce di un’uccisione da parte dell’uomo, dopo che «negli anni ci sarebbero stati casi di bracconaggio mai resi pubblici e perseguiti».
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