UDINE - A distanza di un anno l'orso ghiottone, anzi probabilmente più di uno, ritorna a devastare le arnie di Pioverno, una frazione di Venzone dove Claudio...
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La prima incursione, infatti, è avvenuta il 28 agosto e la seconda lunedì 4 settembre. «Un disastro commenta amareggiato Annoni . Quest'anno il danno è stato persino più ingente dato che l'orso si è appoggiato su una delle strutture, distruggendola. E nella seconda incursione si è portato una casetta delle api nel bosco per consumarne il contenuto».
Mentre Annoni ha sporto denuncia, la Forestale ha raccolto i telaini delle arnie per verificare se ci siano tracce di pelo che riconducano a uno o più orsi.
«Non siamo in grado al momento di stabilire se si tratti dello stesso orso dell'anno passato perché non abbiamo raccolto campioni biologici sufficienti per le analisi genetiche spiega Stefano Filacorda, ricercatore dell'università di Udine ed esperto di fauna selvatica . Ma è probabile si tratti di due esemplari. Ora cercheremo di capire dove siano stati nei giorni precedenti. Sono aperte diverse ipotesi».
Non ci sono stati avvistamenti recenti, ma in tutta la zona sono numerose le segnalazioni di tracce lasciate dai grossi mammiferi. La più recente risale a una decina di giorni fa nel Parco delle Prealpi Giulie. «È una zona dove riteniamo ci siano almeno tre orsi, ma sono informazioni che potremo ufficializzare solo a fine anno precisa Filacorda . La situazione degli orsi in questo momento è molto dinamica, considerando anche le molte tracce rilevate, ma i danni sono stati causati solo a Pioverno».
Anche se è presto per cercare un posto dove andare in letargo, in questo periodo gli orsi iniziano a fare dei sopralluoghi. «Sono in grande movimento spiega ancora l'esperto e Pioverno è una zona di passaggio. In questo periodo cominciano a fare scorta di cibo, iniziando la fase di ingrasso. In questo caso è probabile che uno degli orsi sia lo stesso che ha danneggiato le arnie lo scorso anno, sapendo di trovare del cibo». In tutte e tre le occasioni, però, non sono state trovate tracce di pelo, il che rende difficile incrociare i dati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino