Ornella Muti inizia a pagare a rate il Teatro Verdi dopo il caso della cena con Putin

Ornella Muti
PORDENONE - Doveva essere, quella di martedì mattina in Corte d’appello a Trieste, l’udienza per l’esecuzione della pena dell’attrice Ornella Muti,...

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PORDENONE - Doveva essere, quella di martedì mattina in Corte d’appello a Trieste, l’udienza per l’esecuzione della pena dell’attrice Ornella Muti, condannata definitivamente a 6 mesi di reclusione e 500 euro di multa per truffa aggravata e falso. Ma la difesa ha chiesto un rinvio per impegni e l’udienza è stata rinviata. Vittima dei suoi “raggiri” il teatro Verdi di Pordenone ( le cui ragioni sono state tutelate dagli avvocati Bruno e Antonio Malattia), al quale, attraverso un soggetto tedesco, la sessantacinquenne sta versando mille euro il mese ed ha raggiunto quota seimila euro, a fronte di una provvisionale, fissata dalla sentenza quale risarcimento, di 30mila euro. Una novità emersa proprio ieri.

LA VICENDA

La vicenda risale al 2010. La sera del 10 dicembre la Muti avrebbe dovuto recitare “L’ebreo errante” al Verdi di Pordenone. A causa di una raucedine aveva disertato i tre spettacoli per andare a una cena di beneficenza con Vladimir Putin a San Pietroburgo. I giudici ritengono che fosse tutto preordinato. L’attrice aveva sostenuto che in quei tre giorni non avrebbe potuto recitare perchè era afona, si era ammalata a causa dei «gelidi teatri» del Nord. Ma i russi le avevano prenotato il volo il 1. dicembre 2010, quando l’attrice già a luglio sapeva che avrebbe recitato a Pordenone dal 10 al 12 dicembre. Il volo partiva da Ronchi dei Legionari, a pochi chilometri da Gorizia, città della sua ultima rappresentazione (9 dicembre) de “L’ebreo errante”. Il 10 dicembre - senza sottoporsi a una visita e quando era in volo per San Pietroburgo (era partita alle 6.20 e gli spettacoli erano stati annullati alle 11.30) - aveva inviato il certificato “italiano”. Al processo di primo grado spuntò anche un certifica russo «generico». Secondo i giudici, la necessità di procurarsi il certificato medico il giorno della partenza per la Russia sarebbe stato giustificato dalla necessità di sottrarsi al pagamento del doppio della penale convenuta con il teatro.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino