TRIESTE - Mille spettatori all’aperto per le manifestazioni sportive non professionistiche. Mille persone, compresi però gli atleti e gli addetti ai lavori, per gli...
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LO STALLO
Ieri era in programma una riunione tra le Regioni. Sul tavolo c’era la proposta legata alla riapertura degli stadi e dei palazzetti nei quali giocano le squadre professionistiche. Ma dal vertice è emerso il più classico dei nulla di fatto. Pesa ancora, infatti, il parere negativo del Comitato tecnico-scientifico rispetto alla richiesta delle Regioni di riaprire gli stadi al 25 per cento della capienza. In Fvg, quindi, rimane in vigore l’ordinanza che scadrà il 4 ottobre e che permette la presenza di sole mille persone. Se il governo non dovesse decidere entro quella data, probabilmente si assisterà a una proroga del provvedimento locale.
LE REGOLE
Ieri il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha firmato una nuova ordinanza. Andava a scadenza, infatti, il provvedimento emanato alla fine di agosto, quando era già chiara la prima ripresa dei contagi ma lo era altrettanto il minore impatto dell’epidemia sul sistema sanitario rispetto alla crisi di primavera. Oggi il quadro epidemico è diverso, perché il contagio non arriva più dall’estero (è principalmente locale) e i numeri giornalieri sono cresciuti, ma ciò che è rimasto stabile è l’effetto del contagio sugli ospedali, rimasto pressoché nullo, fatto cioè di numeri esigui. Per questo l’ordinanza firmata in Regione da Fedriga non introduce alcun nuovo obbligo restrittivo, com’è invece già accaduto in altre regioni, ad esempio in Campania e in Sicilia (ma anche in provincia di Belluno), dov’è stato reintrodotto l’uso obbligatorio delle protezioni di naso e bocca anche all’aperto, indipendentemente dalla distanza interpersonale di almeno un metro.
LA SPIEGAZIONE
«La situazione sanitaria - è la motivazione della Presidenza della Regione alla base della nuova ordinanza - non giustificherebbe e non giustificherà alcuna ulteriore stretta rispetto alle norme che già regolano la vita di tutti i giorni e le attività economiche in Friuli Venezia Giulia. Niente mascherina obbligatoria all’aperto, quindi, fatte salve tutte le circostanze che già lo prevedono, come ad esempio le situazioni nelle quali non sia possibile rispettare la distanza oppure nei luoghi a rischio assembramento dalle 18 alle 6 del mattino. Non cambiano nemmeno le linee guida che hanno consentito, a maggio, la ripartenza di tutte le attività economiche. Si dovranno continuare a rispettare i protocolli siglati dalla Conferenza delle Regioni. Restano fuori dalle attività consentite quelle che consistono nel ballo. Niente discoteche, quindi, come è stato deciso ormai a metà agosto a livello nazionale. E niente balli nei locali diversi dalle discoteche stesse. Non è in programma alcun allentamento su questo fronte particolarmente delicato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino