CORDENONS - Sei di Cordenons? No grazie, si assume solo in Svizzera. Dell'azienda Oralplant si era già parlato due anni fa, così come della delocalizzazione...
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A raccontarlo è proprio Moro, con una promessa e un aneddoto: «Non lascerò Cordenons ma solo perché sono folpo e parlo in folpo. Qui ci sono le mie radici e la mia identità, ecco perché non me ne vado del tutto. Ma siamo bravi a restare, ho detto tutto». Poi l'aneddoto: «Di recente l'azienda è entrata in contatto con possibili clienti provenienti da Russia e Turchia, ma entrambi hanno rifiutato l'Italia e Cordenons. Volevano dialogare solo con il marchio svizzero e la componente ticinese dell'azienda. Ecco come e dove siamo finiti».
Un quadro che fotografa l'appeal di un'Italia in caduta. E qui si arriva al cuore dell'annuncio, che non lascia spazio a ulteriori e complesse interpretazioni: «Assumere a Cordenons? Sarebbe come sposarsi e metterci poi 7 anni per divorziare. Non conviene più e noto anche molte carenze nei giovani del posto. Non c'è la corsa al lavoro che tanti descrivono. Volevamo ampliare il capannone cordenonese, ma non c'è stata la possibilità a causa di una burocrazia troppo lenta e complessa. Ora se possiamo assumiamo nella divisione svizzera dell'azienda. Anzi, a Cordenons i numeri potranno diminuire, perché spesso quelli bravi se ne vanno dove conviene di più». Un'ultima nota di colore che però dà il senso del contesto: la Oralplant ha cambiato il suo marchio e affiancata al nome c'è la croce greca che domina la bandiera della Confederazione svizzera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino