Dalle strade agli impianti sportivi, le opere per le Olimpiadi invernali di Cortina non partono

Il trampolino di Cortina
BELLUNO -  Le opere che non ci sono. Gli sponsor che non si trovano. La Corte dei conti che già accende un faro sulle spese. Mancano tre anni e mezzo alle Olimpiadi...

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BELLUNO -  Le opere che non ci sono. Gli sponsor che non si trovano. La Corte dei conti che già accende un faro sulle spese. Mancano tre anni e mezzo alle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, ma l'impressione è che la discesa debba ancora iniziare. E in più di qualcuno l'incubo di non farsi trovare pronti comincia a prendere piede. Già si sa che, dal punto di vista delle infrastrutture, la variante di Cortina d'Ampezzo non sarà finita per i Giochi. Ma sugli impianti, a partire dalla pista da bob, c'è poco da scherzare. E non è un problema di soldi: «Le risorse ci sono, in Veneto abbiamo già portato a casa un miliardo di euro», dice il governatore Luca Zaia. Che però avverte: «Bisogna correre, non c'è tempo da perdere».


LA GOVERNANCE
Il primo ritardo lo si è avuto con la costituzione della società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, vale a dire la spa che deve realizzare le opere. I Giochi sono stati assegnati dal Cio il 24 giugno 2019, la società è stata costituita al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili il 22 novembre 2021. Due anni e mezzo praticamente persi. «La nascita della società consentirà di passare alla fase operativa per la realizzazione delle opere - aveva detto quel giorno il ministro Enrico Giovannini - Ma per colmare il ritardo accumulato negli anni scorsi dovremo accelerare numerosi passaggi e dovrà prevalere un forte spirito di squadra». Gli organi sono dunque due: la società con Luigi Valerio Sant'Andrea nominato da Palazzo Chigi commissario straordinario - in pratica la parte pubblica che deve fare le opere - e la Fondazione (presidente Giovanni Malagò, amministratore delegato Vincenzo Novari), costituita il 9 dicembre 2019, che deve occuparsi dell'organizzazione, della promozione e della comunicazione degli eventi sportivi e culturali. E anche con la Fondazione qualche problemino non manca: pare che si fatichi a trovare sponsor. «Aspettiamo un resoconto da Novari», dice il presidente del Veneto. Di conti e governance gli enti locali avevano parlato lo scorso mese in una lettera inviata al premier Draghi: «Caro presidente del Consiglio, mancano quattro anni e siano preoccupati». La previsione, stando al programma di Novari, era di tirare su 550 milioni di euro di sponsor. Ma contratti, a quanto si dice, ancora non ce ne sono.


L'ASSENTE
Il Governo italiano nella Fondazione non c'è ed è di questo che si è parlato nel vertice l'altro giorno con il premier Mario Draghi: le Regioni Veneto e Lombardia, le Province autonome di Trento e Bolzano, i Comuni di Milano e Cortina hanno chiesto a Palazzo Chigi di entrare in partita: «È importante che l'esecutivo ne faccia parte». Da Draghi una disponibilità è stata manifestata, l'ingresso del Governo consentirebbe di ripetere il modello dell'Expo di Milano del 2015 e, soprattutto, a livello internazionale testimonierebbe l'interesse dell'intero Paese per i Giochi. E, magari, servirebbe anche come spinta.


LE OPERE
È chiaro, infatti, che le opere vanno fatte. Senza la pista da bob non si possono fare le gare. Senza il villaggio olimpico gli atleti non hanno un letto. Si potrà anche chiudere un occhio sulla variante di Cortina, ma gli impianti sportivi va da sé che rientrano nella categoria delle opere indifferibili. Solo che, a tre anni e mezzo dall'evento, ancora non si è visto un cantiere. Un esempio: per la pista da bob - che sarà finanziata dallo Stato - c'è il progetto di fattibilità realizzato dalla Regione, ora serve la progettazione. E se è vero che è tutto finanziato, è anche vero che tra pandemia e guerra in Ucraina il costo delle materie prime è aumentato: il Governo si farà carico degli extra costi?


Intanto, la Corte dei conti ha già evidenziato in relazione alla gestione delle Olimpiadi un sistema complicato. E ha sottolineato: Non vi sono elaborati progetti, non risulta adottato il programma delle opere definitivo, né è dato ravvisare una situazione consolidata». Altro che correre, bisogna galoppare.
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Il Gazzettino