Chirurgia vascolare: tre vite salvate in un fine settimana

Il gruppo reperibile nel fine settimana
PADOVA - Tre vite salvate e quattro interventi chirurgici eseguiti in urgenza, uno dei quali durato sette ore di seguito. Il tour de force in sala operatoria risale allo...

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PADOVA - Tre vite salvate e quattro interventi chirurgici eseguiti in urgenza, uno dei quali durato sette ore di seguito. Il tour de force in sala operatoria risale allo scorso fine settimana e porta la firma della clinica di Chirurgia vascolare dell’Azienda Ospedale - Università di Padova. L’equipe guidata dal professor Franco Grego ha bloccato e risolto aneurismi aortici in fase critica, diagnosticati a tre pazienti di età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Cruciale anche il contributo del professor Michele Antonello, referente endovascolare. «Forse più di altri l’ambito della chirurgia vascolare è un esempio di integrazione fra realtà molto specializzate della nostra Azienda - dichiara il direttore generale, Giuseppe Dal Ben -. Competenze che unite portano a risultati davvero d’eccellenza. In questo periodo l’attività operatoria, di tutti i nostri poli ospedalieri, è davvero intensa. Abbiamo migliorato molti aspetti gestionali, implementato nuove tecnologie e andremo anche nei prossimi mesi ad introdurre nuovi spazi per la chirurgia ospedaliera. Tutto questo grazie ad un lavoro costante, spesso h24, dei professionisti che operano nelle nostre strutture, con l’obiettivo di fornire servizi ai cittadini sempre più avanzati». A questo proposito sono in corso di realizzazione due nuove sale operatorie ibride ad alta tecnologia da 11 milioni di euro, dedicate proprio alla chirurgia vascolare, al piano rialzato del Policlinico.

La maratona

Nell’ultimo ultimo weekend di reperibilità - che ha visto la gestione di un numero record di interventi urgenti complessi, in genere se ne contano un paio al mese - ha lavorato il chirurgo Michele Piazza, con la collaborazione del dottor Luca Milan. L’aneurisma aortico viene soprannominato il “killer silente”, poiché non dà sintomi fino a che non arriva la rottura contenuta o franca. «Abbiamo eseguito quattro interventi sull’aorta addominale e toraco-addominale, uno di questi in emergenza per completa rottura dell’aorta addominale con shock emorragico - racconta il professor Piazza -. In un paziente abbiamo utilizzato una protesi di ultimissima generazione, che ha permesso di escludere l’aneurisma e rivascolarizzare tutte le arterie viscerali e renali. L’intervento è stato eseguito con tecnica mininvasiva, con accessi di pochi centimetri, in un paziente fragile. Pochi ospedali hanno l’innovativa protesi in pronta disponibilità. In casi simili è fondamentale la tempestività e l’organizzazione della squadra per pianificare gli interventi con prontezza e precisione, a causa degli alti rischi di mortalità dei pazienti».

La malattia

«L’aneurisma dell’aorta addominale è l’espressione della malattia arterosclerotica che colpisce l’aorta addominale, la nostra arteria più grande, distruggendo le pareti del vaso. Poiché quel vaso è percorso da sangue ad alta pressione – spiega il professor Grego - quelle pareti malate non sono più in grado di resistere a questa pressione e quindi cominciano un processo di dilatazione. Quando raggiunge un certo limite si definisce aneurisma, e quando supera un certo limite critico va incontro alla rottura. Se poi l’aneurisma aortico addominale si rompe il paziente, nella maggior parte dei casi, muore».

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Il Gazzettino