TREVISO - Non è più contro ignoti il fascicolo per omicidio colposo aperto dalla Procura della Repubblica di Treviso all’indomani dell’ennesima tragedia...
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Non ha invece ritenuto necessario disporre l’esame autoptico sulla salma, che si trova nell’obitorio dell’ospedale di Oderzo, del quarantaquattrenne originario del Kosovo ma da tanti anni, quasi 25, in Italia con tutta la famiglia – risiedeva a Ponte di Piave –, e peraltro impiegato da quasi un ventennio alla “3B”, dove lavora anche il fratello Besim, che l’ha visto morire sotto i suoi occhi. E’ apparso subito evidente, infatti, che Gashi è deceduto in conseguenza dei gravissimi traumi da schiacciamento, soprattutto al capo e al torace, causatigli dal braccio meccanico di un robot della catena di produzione, nel reparto dove avviene l’imballaggio dei pannelli: macchinario su cui si concentreranno le indagini.
Già nel pomeriggio di oggi, mercoledì 29 agosto, è dunque arrivato il nulla osta per i funerali, che saranno celebrati in Kosovo, nella città di Balince, dove risiede ancora l’anziana e ultranovantenne nonna di Shpejtim e dove si trovano in vacanza i suoi genitori, che abitano a Ponte di Piave assieme al figlio. L’operaio lascia nel dolore immenso anche la moglie Antigone, tre figli di 16, 13 e 2 anni, il fratello Besim e tre sorelle. Prima di rimpatriare la salma nel proprio Paese di origine, tuttavia, su espresso desiderio dei suoi congiunti, si terrà una cerimonia anche in Italia, nella casa funeraria di Gorgo al Monticano, per consentire anche ai colleghi di lavoro e ai tanti amici e conoscenti che aveva nel Trevigiano di dargli l’ultimo saluto: cerimonia fissata per venerdì 31 agosto, alle 14.
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Il Gazzettino