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BELLUNO - Presentata ieri a Palazzo Piloni l'ultima iniziativa del fondo di welfare e identità territoriale, più in breve Welfare Dolomiti: le aziende associate a Confindustria Belluno Dolomiti potranno effettuare donazioni al fondo, mentre per 25mila loro dipendenti c'è la possibilità di aderire impegnando un euro al mese, direttamente dalla busta paga. Il tutto, ovviamente, su base volontaria. L'iniziativa è stata intrapresa in via sperimentale per un anno.
LA PRESENTAZIONE
Il fondo welfare nacque su impulso dei sindacati nell'ottobre del 2018, due settimane prima gli eventi di Vaia con l'obiettivo di contrastare lo spopolamento. In particolare affrontare i disagi sociali ed economici che tale condizione porta alle famiglie, agli anziani, ai giovani e ai lavoratori del nostro territorio. Il Covid ha reso difficile la vita di molte famiglie, a queste saranno destinate misure ad hoc. A fare gli onori di casa, ieri in Provincia, la presidente del fondo, Francesca De Biasi. Ha sottolineato come la raccolta «è nata per i lavoratori e ora con i lavoratori va avanti». «L'esperienza di raccogliere solidarietà tra i dipendenti è già stata sperimentata con Vaia, poi con il Covid - ha detto -.
LE LETTERE
Per Confindustra Belluno Dolomiti è il direttore, Andrea Ferrazzi ad aver comunicato come da Palazzo Doglioni Dalmas siano partite le due lettere in cui sono contenute «due comunicazioni. Per le imprese la libera donazione, per i dipendenti la possibilità di donare un euro, ovvero un contributo di aiuto alle persone che sono in crisi per il Covid». «C'è una crescita di diseguaglianze anche in provincia ha sottolineato Ferrazzi -. Ci sono famiglie che sono passate da una situazione di benessere ad una situazione di estrema difficoltà. Non potevamo rimanere indifferenti e abbiamo deciso di avviare questa iniziativa». Il direttore di Confindustria ha concluso citando il concetto di fare sistema per il bene del territorio intero. A ringraziare sindacati e Confindustria ci ha pensato Luca Da Poz, direttore dell'Ascom: «Ringrazio per aver tracciato la strada. Da tempo discutevamo sul fatto che il fondo deve cominciare ad uscire dalla sua sede istituzionale per far capire che è un'identità della provincia. Il fondo non appartiene alle sigle che vi fanno parte. Spero che questo sia il primo di una serie di accordi futuri». A concludere la serie di interventi, prima della firma dell'accordo di quest'iniziativa, il presidente della Provincia, Roberto Padrin ha espresso il suo pensiero e ha posto l'accento sul tema della solidarietà.
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