La disperazione di mamma Roberta: «Tra noi è finita in modo traumatico, ma doveva lasciarmi i figli»

Alessandro Pontin
PADOVA -  Le luci di Natale restano accese mentre sulla ringhiera che circonda il giardino sono ancora appese due lavagnette colorate per bambini. Simboli di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA -  Le luci di Natale restano accese mentre sulla ringhiera che circonda il giardino sono ancora appese due lavagnette colorate per bambini. Simboli di normalità, simboli di festa. Gli unici. Perché in questa grande casa lungo via Cave, a due passi dalla pizzeria L'Arca, la normalità è stata spazzata via all'improvviso per lasciare posto a lacrime, rabbia e tante domanda senza risposta. «Perché lo ha fatto? Perché?». Roberta Calzarotto, chiusa nella sua abitazione di Arsego, non fa che ripeterlo mentre piange con le persone più strette. Poi aggiunge una riflessione colma di dolore: «Alessandro ha deciso di farla finita, ma doveva almeno lasciarmi i figli». Le pochissime persone che sono riuscite a mettersi in contatto con la madre di Pietro e Francesca parlano di una donna «forte, stravolta dal dolore ma comunque lucida». Una donna che continua a dipingere così il suo ex marito: «La nostra relazione è finita in modo traumatico, non poteva più stare in piedi. Lui era molto strano. Ma io non mi ero resa conto che potessero esserci certi pericoli. Non c'erano segnali del genere».

LE SPIEGAZIONI

Domenica è stato il fratello Claudio a dover dare una notizia così devastante alla sorella. «Una cosa del genere non può essere spiegata in nessun modo, davvero non sappiamo dire cosa è successo - mormora stropicciandosi la faccia, come se provasse a svegliarsi da un lungo incubo - Speriamo che siano i carabinieri a dirci cosa è successo e perché». E poi, rivolgendosi ai cronisti, si lascia andare con un'esortazione: «Andate a Trebaseleghe, è lì che bisogna capire tutto. Noi sappiamo solo che i ragazzini sono usciti da questa casa e non sono tornati più».

LA VISITA

Le porte della villetta rosa si aprono alle sei del pomeriggio quando il sindaco di San Giorgio delle Pertiche Daniele Canella si presenta in visita assieme all'assessora al sociale Stefania Pierazzo. Dieci minuti di colloquio, per portare le condoglianze dell'amministrazione comunale e per raccogliere un paio di desideri da parte della famiglia distrutta. Il primo: «La famiglia chiede di essere lasciata in pace. La vicenda ha avuto grande clamore a livello nazionale ma ora c'è bisogno di proteggerli. Invito tutti a rispettare questo lutto. Noi organizzeremo un momento di vicinanza collettiva, probabilmente la sera prima del funerale». Proprio a questo aspetto si lega il secondo desiderio dei Calzarotto: «Sperano di poter celebrare il funerale prima del 25 - spiega il sindaco - in modo di dare pace ai due ragazzini prima di Natale. Mi sono confrontato con il prefetto, spero proprio che il nullaosta dalla magistratura possa arrivare in tempo». I funerali di padre e figli saranno probabilmente separati. Quelli dei ragazzini saranno ad Arsego e per l'occasione saranno mobilitate pure Polizia locale e Protezione civile. Nel giorno del rito funebre il Comune proclamerà il lutto cittadino.

IL RITRATTO

Roberta, 47 anni, lavora come infermiera a Camposampiero. È da 15 anni in forza al Siad (servizio di assistenza domiciliare) dopo aver lavorato anche al reparto di Ortopedia dell'ospedale e al pronto soccorso. A riassumere il dolore del personale sanitario è la dottoressa Lorella Miconi, direttrice del distretto Ulss dell'Alta Padovana: «Siamo scioccati da questa immane tragedia. Roberta è una infermiera molto disponibile e preparata, attenta nel suo lavoro e riservata per quanto riguarda la sua vita privata. Tutti noi ci stringiamo a lei con il cuore e in silenzio visto che non ci sono parole. Il nostro grande affetto giunga dove le parole non riescono ad arrivare». L'ultimo turno l'ha fatto sabato mattina. Mai si sarebbe aspettata l'orrore del giorno dopo. Gabriele Pipia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino