Omicidio stradale, lo schianto a 80 km orari sulla ciclabile di via Dante, le telecamere hanno ripreso la folle corsa di ​Crozzolin

RONCADE (TREVISO) -  Nulla poteva ingannare Alberto Crozzolin, 37 anni di Roncade (Treviso) quando il 19 giugno aveva imboccato a 80 chilometri orari la pista ciclabile di...

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RONCADE (TREVISO) -  Nulla poteva ingannare Alberto Crozzolin, 37 anni di Roncade (Treviso) quando il 19 giugno aveva imboccato a 80 chilometri orari la pista ciclabile di via Dante. I cartelli che indicavano il passaggio consentito solo alle biciclette o ai residenti della strada che comunque (altro cartello) devono rispettare il passo d'uomo, erano sempre stati lì. Visibili, senza alcuna possibilità di confondersi. A dirlo è il fascicolo in mano alla procura di Venezia che sta arrivando a una conclusione delle indagini. Nonostante la presenza dei cartelli fosse certa e i segnali visibili, il trentasettenne era entrato sulla pista ciclabile con la sua Polo investendo e uccidendo Keoule Dembele - 25 anni, originario del Mali con cittadinanza italiana, lavoratore alla Fincantieri e futuro sposo - che quella domenica pomeriggio tornava dalla spesa. In bicicletta.


TELECAMERE
Crozzolin è agli arresti domiciliari a Roncade, indagato dalla procura con l'accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida sotto effetto di droga e fuga. Il test effettuato dagli agenti del reparto Motorizzato della municipale e dalle volanti della questura lo ha trovato positivo alla cocaina, secondo le indagini acquistata a Mestre e consumata poco prima di rimettersi alla guida. Le immagini delle telecamere di sicurezza installate nel Rione Piave invece immortalano quasi tutto l'intero tragitto della macchina che ha sempre viaggiato ad alta velocità non rispettando il codice della strada e imbocca. Ha vagato in auto senza un senso logico fino a imboccare via Dante da piazzale Leonardo Da Vinci, sbattere contro un albero che, cadendo, ha travolto il venticinquenne maliano uccidendolo all'istante. Poi Crozzolin era sceso dall'auto e come niente fosse aveva iniziato a battibeccare con gli agenti, costretti a calmarlo in caserma.


NON RICORDA NULLA


Durante l'udienza di convalida dell'arresto il trentasettenne aveva scelto di non rispondere alle domande del giudice. Il suo difensore, l'avvocato Giampaolo Gottardo ha spiegato che non ricorda nulla dell'accaduto e che è profondamente colpito in quanto si è reso conto della gravità dell'accaduto. Il legale ha annunciato che il giovane si sottoporrà ad un trattamento per disintossicarsi. Nelle prossime settimane potrebbe chiedere al giudice un permesso per lavorare nel mobilificio di cui è dipendente. Crozzolin ha un precedente penale per droga di una decina di anni fa, mentre un procedimento per rapina (derubricato in un reato meno grave) si è concluso con l'assoluzione.
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Il Gazzettino