L'esperto: «I figli si credono onnipotenti, è allora che possono compiere gesti estremi»

Antonella Baiocchi
SELVAZZANO - (F.Capp.) «E’ l’ennesimo episodio che parla di anafettività profonda, dell’incapacità di empatia, della pessima qualità...

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SELVAZZANO - (F.Capp.) «E’ l’ennesimo episodio che parla di anafettività profonda, dell’incapacità di empatia, della pessima qualità affettiva con la quale i figli escono dalla famiglia, insomma della gestione delle divergenze». Un ragazzino di 16 anni che uccide il padre è una storia atroce, ancora parzialmente avvolta nel mistero, ma che non stupisce più di tanto la criminologa, psicoterapeuta, scrittrice padovana Antonella Baiocchi: «L’assassinio è il completo fallimento della via di mezzo, della ricerca dell’intesa tra due persone, del reciproco rispetto. Una volta i figli vivevano posizionati nel polo della debolezza, del dover subire la verità assoluta dei genitori». Poi c’è stato il ribaltone, tanto che «oggi l’educazione è prevalentemente permissiva: figli onnipotenti posizionati sul polo del prevaricazione, spostati completamente dal lato di chi deve far valere la propria visuale, sempre, comunque, anche ricorrendo a maniere forti, estreme. Questo modo educativo dicotomico, centrato o sulla troppa rigidità o sull’eccessiva libertà, in definitiva partorisce negli anni la medesima qualità di gestione delle relazioni, ossia una qualità pessima». «Dobbiamo prendere atto che sempre più sovente dall’ambiente familiare i nostri figli escono con senso di onnipotenza, centrati sul credere che il giusto sia esclusivamente nel proprio punto di vista, incapaci di mettersi nei panni dell’altro, di capire, intercettare sentimenti dell’interlocutore. E questo è un grande fallimento educativo, che in verità si protrae da millenni, ancorati come siamo alla gestione dicotomica delle divergenze appunto, tra sottomessi, adepti e coloro che, a costo di arrivare ad atti estremi, esigono che l’altro si cloni ai loro desideri».

C’è soluzione? «E’ la prevenzione: educare, fornendo una modalità - conclude Baiocchi - di reciproco rispetto, oggigiorno priva di sostanza perché tanti se ne riempiono la bocca, pochi la sanno mettere in pratica veramente».
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Il Gazzettino