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SAN VITO AL TAGLIAMENTO - Non rientrerà più in Italia il corpo di Yancarlos Ramirez, 30enne sanvitese ucciso da un colpo di pistola lunedì nella sua terra d'origine, Santo Domingo, dove stava trascorrendo qualche giorno di vacanza insieme ad alcuni parenti. Come si apprende dalla stampa locale, più precisamente da Enfoque Del Sur, «il corpo del defunto è stato seppellito nel pomeriggio di martedì, nel cimitero municipale di Juan de Herrera». Yancarlos riposa dall'altra parte dell'oceano dove l'hanno raggiunto, per dargli l'ultimo saluto, la mamma, la moglie e uno dei suoi fratelli, con il primo aereo trovato una volta appresa la notizia della tragedia.
Non si placano, nel frattempo, il dolore e il desiderio di giustizia. Oltre a Nathali, si è espresso con la stampa dominicana, commosso, anche un altro fratello del 30enne. «Mio fratello era un grande lavoratore, impiegava il suo tempo per darsi da fare e migliorarsi come persona racconta il giovane .
Intervistati da Enfoque Del Sur, i due fratelli chiedono che «le autorità facciano il possibile per trovare il colpevole». Colpevole che «deve pagare: non può stare libero per la strada e magari ammazzare qualche altra persona». Stando alle ricostruzioni, Yancarlos sarebbe stato fermato da malintenzionati lunedì notte, mentre stava uscendo da una discoteca lungo Calle Higuey. Avrebbero tentato di rapinarlo, ma lui avrebbe opposto resistenza, finendo poi ucciso da un colpo di pistola. La polizia dominicana ha indagato almeno una decina di persone che sarebbero coinvolte, a vario titolo, nell'omicidio del giovane. A chiedere giustizia per la morte di Ramirez non sono solo i parenti, ma un numero sempre più alto di persone (sia chi conosceva, sia chi non l'aveva mai conosciuto, per principio), come si percepisce dai tantissimi commenti fioccati sui social network. Un appello condiviso fin da subito anche dal sindaco di San Vito Alberto Bernava. Yancarlos risiedeva a Prodolone insieme alla moglie e ad un bimbo di soli 14 mesi.
Il Gazzettino