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VENEZIA «Il diritto di difesa va riconosciuto a tutti, indistintamente, agli accusati di ogni reato, anche del più bieco e ripugnante». Lo ha ribadito ieri il presidente dell'Unione delle Camere penali del Veneto, Federico Vianelli, a seguito del clamore suscitato dalla decisione dell'avvocatessa Rosanna Rovere, già presidente dell'Ordine degli avvocati di Pordenone, di rinunciare alla difesa di Giuseppe Forciniti, l'uomo accusato di aver ucciso due giorni fa la compagna, Aurelia Laurenti, a Roveredo in Piano. «Nessuno di noi vuol mettere in discussione la libertà del difensore di fiducia di accettare o non accettare un incarico difensivo - prosegue l'avvocato Vianelli -. Ma questa libertà non può tradursi nel rilasciare pubbliche dichiarazioni sulle ragioni della mancata accettazione dell'incarico, perché ciò può pregiudicare la posizione giuridica dell'indagato/imputato (il che sarebbe già, di per sé, estremamente grave) ed al contempo getta una pericolosa ombra sulla figura ed il ruolo dell'avvocato».
RUOLI DISTINTI Nel caso specifico l'avvocatessa Rovere ha dichiarato di non sentirsi serena nel difendere un indagato in un caso di femminicidio dopo «una carriera spesa a promuovere la tutela dei diritti delle donne».
RACCOLTA FONDI Nel frattempo, ieri, i Comuni di San Quirino e Roveredo in Piano, cioè le comunità dove è nata e cresciuta Aurelia Laurenti, e dove si era trasferita dopo aver conosciuto il compagno, hanno promosso una raccolta fondi per aiutare i figli della coppia. All'esterno dall'abitazione della vittima sono stati deposti dei mazzi di fiori per onorare la memoria di Aurelia, e un ricordo floreale è stato lasciato anche sulla panchina rossa di San Quirino, installata alcuni anni fa per ricordare le vittime di femminicidio. Il cui legale che assiste i genitori della donna uccisa ha fatto sapere che chiederà al Tribunale dei Minori di Trieste che sia affidata loro la tutela dei due figli della coppia, dei quali si stanno prendendo cura in questo momento drammatico in cui hanno perso la madre e il padre si trova richiuso in carcere a Pordenone. I genitori di Giuseppe Forciniti sono arrivati in Friuli dalla Calabria e sono ospitati da alcuni parenti della stessa famiglia della vittima.
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