Omicidio di Paderno. Marco ha ritrovato il corpo dell'amico Bledar Dedja senza vita nel bosco: «Era coperto di sangue, indossava ancora i vestiti del lavoro»

PIEVE DEL GRAPPA (TREVISO) - «L’ho trovato steso a terra, coperto di sangue. Era ancora vestito da lavoro. È stato uno choc». Marco Barbi non riesce...

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PIEVE DEL GRAPPA (TREVISO) - «L’ho trovato steso a terra, coperto di sangue. Era ancora vestito da lavoro. È stato uno choc». Marco Barbi non riesce a togliersi dalla testa l’immagine dell’amico accoltellato nella boscaglia. È stato lui, insieme al figlio, a scoprire il corpo di Bledar Dedja, ieri mattina verso le 9.30, in via dei Colli. Una zona defilata di Paderno, ai piedi del Grappa. Hanno scorto la Mercedes classe B di colore bianco giù nella stradina sterrata. Cento metri più in là, nel fitto della boscaglia, c’era il corpo del 39enne, pugnalato con ferocia. 


LE RICERCHE
«Eravamo d’accordo di andare a pescare al mare domenica mattina - racconta l’uomo -. Questa è la stagione dei cefali così gli ho detto che se aveva voglia poteva venire con me. Lui ha accettato di buon grado». L’appuntamento era ben prima dell’alba ma a quell’ultimo messaggio Dedja non risponde. L’amico gli aveva scritto un pro-memoria verso le 18: «Guarda che ho messo la sveglia alle 2.15 quindi alle 20 vado a dormire» scherzava il pescatore. Non ottenendo risposta, il pescatore chiama la moglie di Bledar e viene a sapere che non era ancora tornato a casa. Eppure aveva finito di lavorare quattro ore prima. Alle 16.15, a fine turno, aveva telefonato alla cognata. È l’ultima volta in cui la famiglia riesce a mettersi in contatto con lui. Alle 2.20 l’amico si presenta sotto casa e lo chiama di nuovo, per svegliarlo e partire alla volta del mare. Nessuna risposta. La moglie, sempre più preoccupata, gli dice che non era ancora rincasato. «A quel punto ho lasciato stare la pesca e sono andato a Bassano, al pronto soccorso, pensando che magari aveva fatto un incidente viste le strade ghiacciate di questi giorni - racconta il pescatore -. Ma niente: lì non c’era». Alle 8 di ieri mattina la moglie decide di denunciarne la scomparsa ai carabinieri mentre l’amico prosegue le ricerche, insieme a suo figlio. Perlustrano in auto le zone che Dedja frequenta per lavoro, come giardiniere e addetto alle pulizie dell’Antica Abbazia e di altri locali dello stesso proprietario. Percorrendo via dei Colli si accorgono della Mercedes bianca parcheggiata sulla stradina sterrata. Ed è a quel punto che davanti ai loro occhi si spalanca l’orrore. 

Il giallo del Grappa: Bledar ucciso nel bosco per vendetta o regolamento di conti


IL RITRATTO


Bledar era arrivato in Italia circa vent’anni fa inseguendo il sogno di un futuro migliore. Qui aveva trovato lavoro e messo su famiglia. Abitava a Casella d’Asolo in via Tiepolo con la moglie e i due figli piccoli: una bambina di 9 anni e un bimbo di 2. L’uomo lavorava al ristorante l’Antica Abbazia. Prima invece aveva fatto il muratore per alcune imprese edili di Castelcucco. «Diceva che era troppo faticoso lavorare nei cantieri così aveva deciso di cambiare vita - racconta con un nodo alla gola Emanuele Reginato, titolare del locale e presidente del consorzio turistico Vivere il Grappa -. Era un tuttofare: si occupava della manutenzione del verde, delle pulizie e di altre mansioni. Non posso che parlare bene di lui: era disponibile, volenteroso, sempre allegro. Ci teneva al lavoro e voleva molto bene alla sua famiglia. Non riesco a credere che qualcuno lo abbia ucciso: siamo davvero tutti sconvolti». Ieri il ristorante è rimasto aperto ma nessuno aveva la forza di sorridere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino