Omicidio a Pieve di Soligo/ Emanuele ucciso perché era un testimone scomodo

Omicidio a Pieve di Soligo/ Emanuele ucciso perché era un testimone scomodo
TREVISO - Omicidio di Pieve di Soligo: il sicario voleva uccidere proprio Emanuele Simonetto, 49 anni, capo reparto all’Arpa Verniciature. Era proprio lui il bersaglio del...

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TREVISO - Omicidio di Pieve di Soligo: il sicario voleva uccidere proprio Emanuele Simonetto, 49 anni, capo reparto all’Arpa Verniciature. Era proprio lui il bersaglio del killer. Più incerto il il movente. Accanto alla pista passionale, nelle ultime ore, sta prendendo corpo un’altra ipotesi. Simonetto, forse casualmente, era venuto a conoscenza (o aveva visto) di un segreto che dava fastidio, inconfessabile. Un segreto così inquietante che ha decretato la morte del 49enne.




REGOLAMENTO DI CONTI - Le indagini dei carabinieri di Treviso e Vittorio Veneto, coordinate dal pm Giovanni Valmassoi e dal colonnello Gianfranco Lusito, avrebbero imboccato una pista precisa anche se non è stata ancora del tutto scartata quella legata all’omicidio "per una donna". I carabinieri stanno mettendo a setaccio la vita privata della vittima, certi che un dettaglio, all’apparenza insignificante, potrebbe permettere la svolta dell’inchiesta. Un indizio, seppure evidente, al quale non è stata data ancora la dovuta importanza, ma che è in grado di dare un volto e un nome all’assassino. Qualcuno - per gli investigatori - potrebbe aver ordinato l’omicidio del capo reparto. Un criminale che temeva d’essere denunciato, smascherato, tradito dal capo reparto che - forse per puro caso - era venuto a sapere di un’attività criminale. Quale? Ogni ipotesi è credibile, ma - alcuni conoscenti - negli ultimi giorni avrebbero visto il 49enne preoccupato. Ma non per una "storia di donne". Per quello che avrebbe saputo su alcuni "strani festini", organizzati nella zona del Quartier del Piave.



LE PISTE - Due le ipotesi sulle quali stanno lavorando i carabinieri. Una porta ad un traffico a luci rosse, con riduzione in schiavitù di giovani donne dell’Europa dell’Est e dei Balcani. La seconda sarebbe collegata a un giro di droga (forse cocaina), gestito da una gang criminale straniera. Si tratta di ipotesi che devono essere ancora verificate. Dalle indagini sono però emersi dettagli che lasciano pensare che Simonetto avesse incrociato l’attività di personaggi della cui pericolosità non si era nemmeno reso conto.



NULLA OSTA - Sabato scorso il medico legale Alberto Furlanetto ha consegnato la relazione preliminare sull’autopsia eseguita sul cadavere di Simonetto. Vi sono spiegate le cause della morte, la ricostruzione della dinamica (il 49enne ha riconosciuto il killer) e altri dettagli. Questa mattina il pubblico ministero Valmassoi, se riterrà esaurienti quelle risposte, dovrebbe concedere il nulla osta alla sepoltura del capo reparto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino