Ergastolo per l'omicidio Burci, la Procura aveva chiesto l'assoluzione

Ergastolo per l'omicidio Burci, la Procura aveva chiesto l'assoluzione
ROVIGO - La Corte d'assise d'appello di Venezia ha confermato la pena dell'ergastolo per gli imputati dell'omicidio di Paula Burci, il rodigino Sergio Benazzo e la...

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ROVIGO - La Corte d'assise d'appello di Venezia ha confermato la pena dell'ergastolo per gli imputati dell'omicidio di Paula Burci, il rodigino Sergio Benazzo e la sua ex compagna, la romena Gianina Pistroescu. Una decisione che conferma la pena decisa in primo grado a Rovigo, e soprattutto anche nei precedenti processi che si trascinano dal 2008, prima della Corte d'assise di Ferrara e poi della Corte d'assise d'appello di Bologna. Ora Venezia che ha deciso l'ergastolo, senza isolamento diurno mentre è caduto per prescrizione il reato di occultamento di cadavere. Una sentenza che ha ribaltato la richiesta della procura generale che aveva chiesto l'assoluzione per mancanza di riscontri alle accuse e insufficienza di prove. Motivi per cui i difensori, Rocco Marsiglia e Francesca Martinolli, annunciano già ricorso in Cassazione.


Paula Burci, una ragazza romena di 19 anni venne trovata morta bruciata, dopo essere stata picchiata selvaggiamente, nel marzo del 2008 nella golena del Po a Zocca di Ro, nel Ferrarese. La ragazza, arrivata da una zona sperduta della Romania, veniva fatta prostituire sulle strade di Ferrara e di Rovigo dalla coppia, ritenuta complice nell'omicidio di un gruppo di sfruttatori mai scoperti nei vari processi, di fatto gli autori materiali dell'omicidio, ai quali Benazzo e Pistroescu, secondo quanto emerso dai processi, cedettero la ragazza. Lei voleva uscire dal giro della prostituzione e per questo venne massacrata, picchiata e poi bruciata nella golena del Po. Il caso giudiziario si trascina da dieci anni poiché dopo indagini di carabinieri, polizia e procura di Ferrara, nella città estense i due vennero condannati all'ergastolo, così pure in appello a Bologna, ma la Cassazione annullò tutto per un vizio di competenza territoriale e rinviò a Rovigo il processo per farlo ripartire da zero.
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Il Gazzettino