L'assassino di Nadia ai domiciliari. Protesta in carcere: trasferito

Nadia Orlando e Francesco Mazzega
UDINE - «Assassino», «vergogna», «giustizia». Le urla dal carcere di Udine si sono levate intorno alle 19.45, subito dopo il Tg, insieme a...

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UDINE - «Assassino», «vergogna», «giustizia». Le urla dal carcere di Udine si sono levate intorno alle 19.45, subito dopo il Tg, insieme a un forte rumore di pentole sbattute sulle inferriate delle finestre. E sono proseguite, intervallate da momenti di silenzio, per un paio d'ore, fino alle 22 circa. La protesta dei detenuti è esplosa quando i reclusi hanno saputo dalla Tv della decisione del tribunale del Riesame di concedere gli arresti domiciliari a Francesco Mazzega, il 36enne di Spilimbergoreo confesso dell'omicidio della giovane fidanzata Nadia Orlando. Ed è risuonata nitida in tutto il quartiere adiacente al carcere. Il rumore delle pentole sbattute sulle inferriate hanno attirato l'attenzione di diversi residenti e passanti nella zona. Uno di loro, Anna Tamagnini Leggio, l'ha anche ripresa con il telefonino e ne ha postato il video. «Durante la protesta - racconta - mi hanno chiesto - e nel video si sente di postare la loro rabbia su Facebook perché hanno visto che li riprendevo. Li ho accontentati. Mi sembrava doveroso».


SCATTANO LE PROTESTE E ARRIVA IL TRASFERIMENTO

È stato disposto oggi il trasferimento dal carcere di Udine ad un altro istituto penitenziario di Francesco Mazzega. L'ordine, già autorizzato, è stato preso dopo le proteste scoppiate nelle celle di via Spalato da parte degli altri detenuti, non appena appresa la notizia della decisione del Tribunale del Riesame che ha concesso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico all'uomo di Muzzana del Turgnano. Il trasferimento, assunto a scopo cautelativo e precauzionale, è stato confermato dalla difesa. Mazzega sarà probabilmente trasferito nel penitenziario di Pordenone, in attesa che il Riesame disponga l'integrazione all'ordinanza chiesta dalla Procura e chiarisca se, in attesa dell'arrivo del braccialetto elettronico, debba rimanere in cella o vada ai domiciliari. L'apparecchio non sarà disponibile prima di una ventina di giorni, come reso noto ieri dal Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo.
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Il Gazzettino