Pino legato e torturato, i banditi volevano sapere dov'erano i soldi

La vittima, Giuseppe "Pino" Nisticò, 71 anni
MESTRE - L’hanno picchiato e torturato per sapere dove tenesse il denaro. I due assassini di Giuseppe "Pino" Nisticò, 71enne mestrino ucciso il 25 aprile a...

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MESTRE - L’hanno picchiato e torturato per sapere dove tenesse il denaro. I due assassini di Giuseppe "Pino" Nisticò, 71enne mestrino ucciso il 25 aprile a Monastir in Tunisia, non credevano che il pensionato avesse solo gli spiccioli nel portafogli. Si erano convinti che l’uomo nascondesse il resto in casa. Pino, però, era un viaggiatore esperto: limitava i contanti allo stretto necessario, quando doveva muoversi, ben consapevole dei rischi che si possono correre. Il 71enne era uno che amava la vita e che, tutto sommato, aveva una discreta pensione. Uno dei due arrestati dalle autorità tunisine, un 26enne della zona, conosceva bene lo conosceva bene. 

LE INDAGINI I due si frequentavano da un po’, erano in confidenza: per questo motivo, quella sera, quando si è presentato alla sua porta Pino non ha esitato ad aprirgli. Solo che, insieme a lui,
 
c’era anche un altro complice. I due, dopo averlo legato al letto e imbavagliato, hanno picchiato a morte il 71enne, per poi scappare con quei pochi contanti trovati e un cellulare. La polizia tunisina non ci ha messo molto a trovarli: il 29 aprile è stato arrestato il primo, il 26enne. A mettere gli investigatori sulle sue tracce sono stati gli stessi amici di Nisticò, che vivono a Monastir e che avevano messo a disposizione dell’uomo quell’appartamento. Pino era partito da solo da Venezia, appunto, come spesso faceva, per passare un po’ di tempo in loro compagnia. Gli amici sapevano perfettamente chi frequentava il 71enne a Monastir: gli inquirenti, quindi, hanno potuto indirizzare subito le loro indagini a colpo sicuro. Poi, giovedì, il secondo arresto, quando le autorità sono arrivate anche al complice del giovane tunisino. La Farnesina vuole andare a fondo con l’inchiesta, e tramite l’ambasciata italiana a Tunisi ha chiesto che un rapporto dettagliato sulla vicenda. La polizia locale sta valutando se possano esserci anche altri complici coinvolti. 
AUTOPSIA E FUNERALE

Nel frattempo è stata disposta l’autopsia sul corpo di Pino, i risultati arriveranno nei prossimi giorni. L’esame servirà per capire come sia stato ucciso l’uomo: se per i colpi subiti o se il decesso sia avvenuto per altra causa. Una delle ipotesi, per esempio, è il soffocamento, considerata la posizione e il fatto che fosse stato imbavagliato. La salma tornerà in Italia la prossima settimana, ma non prima di martedì. Per quanto riguarda il funerale, dovrebbe tenersi a Mestre, con ogni probabilità alla chiesa della Cipressina, dove l’uomo aveva vissuto per circa 50 anni. I parenti erano indecisi se portarlo a Catanzaro, sua città d’origine, o ad Alessandria, dove vivono attualmente una parte dei suoi dieci fratelli e sorelle e relativi nipoti. Alla fine, però, la decisione sembrerebbe essere ricaduta appunto su Mestre. La data dei funerali verrà stabilita, quindi, la prossima settimana.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino