Omicidio a Mestre, chi era la vittima: Lorenzo Nardelli, dal gesto eroico a Jesolo alla dipendenza Foto

MESTRE - Un'anima fragile dai due volti, quella di Lorenzo Nardelli. Un ragazzo con molte passioni: lo sport, il mare, la montagna. Nel suo profilo Facebook molte foto lo...

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MESTRE - Un'anima fragile dai due volti, quella di Lorenzo Nardelli. Un ragazzo con molte passioni: lo sport, il mare, la montagna. Nel suo profilo Facebook molte foto lo ritraggono sugli sci, con lo sfondo delle cime innevate. Lavorava come autista per un'azienda che si occupa, tra le altre cose, anche di consegne per conto di Amazon, ma aveva svolto anche il lavoro di bagnino a Jesolo per due anni, nell'estate 2021 e in quella del 2022.

 

IL GESTO EROICO


Proprio in quell'occasione Lorenzo era balzato agli onori delle cronache locali per aver salvato un bambino dall'annegamento. Lorenzo aveva nuotato per ben 50 metri in mare per recuperare un bambino di nove anni in difficoltà, che si trovava in acqua nonostante il mare mosso e la bandiera rossa e che rischiava di affogare. Un jolly prezioso per la "Jesolo turismo", perché oltre a essere un eccellente nuotatore, aveva il patentino per la guida delle moto d'acqua. «Notizia dolorosa, siamo vicini alla famiglia», dicono dalla partecipata del Comune. Un giovane generoso, altruista e con molte passioni: ma con un "lato oscuro" che gli aveva causato molti guai con la legge e aveva portato a rompere i rapporti con i genitori, un ex ferroviere e una maestra di musica di Salzano.


 

LA DIPENDENZA


La dipendenza, e i gesti a cui era ricorso per soddisfarla, lo avevano messo nei guai e non poco. Come riferito anche dai vicini di casa, i familiari lo avevano allontanato più volte, a causa dei problemi che creava quando era in preda all'astinenza, chiedendo insistentemente denaro e diventando aggressivo. Le forze dell'ordine erano intervenute per allontanarlo dalla famiglia, dalla quale continuava a tornare per chiedere denaro, fino a ricevere un ordine restrittivo che gli imponeva di restare lontano da casa dei genitori. Ma non era bastato a impedirgli di tornare, ancora e ancora, sempre per chiedere soldi e sempre con più violenza. In quell'occasione, dopo che Lorenzo aveva violato nuovamente l'ordine di restare lontano dalla famiglia, la sua infrazione gli era costata il carcere.


 

GLI AIUTI INUTILI


Erano state inutili tutte le misure messe in atto dalla famiglia per cercare di aiutarlo: Serd, comunità, gruppi di sostegno. Da un anno era andato a vivere da solo, non molto distante da casa dei genitori, sempre a Salzano. Lorenzo non sembrava trovare pace e la sua situazione si era aggravata al punto da renderlo violento fisicamente e verbalmente con la sua famiglia, ancora una volta. «Non ci vedevamo da diverso tempo - ricorda un amico d'infanzia - ma me lo ricordo bene, era un ragazzo d'oro a cui era capitata la sfortuna di finire nel tunnel della dipendenza. Io lo so come ti riduce quella roba quando sei in astinenza e ne hai bisogno, non sono un santo nemmeno io: so che i genitori avevano fatto davvero di tutto per aiutarlo, incluso allontanarlo da casa. Mi spezza il cuore sapere che è morto così, da solo: di sicuro, se era con qualcuno quella maledetta notte, non erano veri amici. Chi ti abbandonerebbe così, a farti ammazzare di botte?».

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Il Gazzettino