Ucciso a coltellate a Montegrotto, le domande della famiglia di Mattia Caruso: «Chi ha potuto fargli questo?»

La sorella: «Era un ragazzo sopra le righe ma sempre buono». Da poco si era trasferito a San Giacomo

Mattia Caruso
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ALBIGNASEGO - «Vogliamo sapere che cosa è successo al nostro Mattia, chi ha potuto fargli questo. Non sappiamo cosa pensare». A parlare è Melinda, sorella maggiore di Mattia Caruso. Lo fa a nome dell'intera famiglia, che ieri ha passato la giornata a cercare di capire chi e soprattutto perché possa essere arrivato al punto di uccidere il piccolo di casa con una coltellata al cuore. Mattia era infatti più piccolo di tre fratelli, abitava insieme ai genitori Tino e Rosanna e da poche settimane si era trasferito con loro in via Risorgimento a San Lorenzo di Albignasego. Gran parte del suo tempo lo trascorreva però nella casa di Valentina a Padova. Dopo un paio d'anni di frequentazione con vari tira e molla stavano abbozzando qualche prova di convivenza. Il legame con i genitori, la sorella e il fratello Rosario è però sempre rimasto solido.

Le domande

«Lo avevo visto domenica, era passato a casa mia per salutare me e i suoi nipotini. Era normale e tranquillo, il Mattia di sempre - racconta la sorella - Non so che programmi avesse per la sera. Il poco che abbiamo saputo riguardo la tragedia ce lo hanno riferito gli inquirenti. Ci hanno spiegato che era andato a una festa in questo locale di Montegrotto, ma non so se lo frequentasse abitualmente. E poi ci hanno riferito che pare abbia litigato nel parcheggio con un altro ragazzo che era incappucciato, forse straniero. Gli avrebbe dato una coltellata al petto e poi Mattia sarebbe tornato verso l'auto dove lo aspettava la fidanzata. Chi sia questo sconosciuto e cosa davvero sia successo però ancora non lo sappiamo». Un rapporto, quello tra Caruso e la compagna, che in questi anni non ha trovato il favore dei familiari del trentenne. «Non la accuso di nulla, anzi vorrei poterle parlare - prosegue Melinda - Però in questi due anni hanno avuto un rapporto fatto di giorni d'amore folle e giorni di liti interminabili. Mattia era innamorato perso, la adorava, però con lei diventava inquieto, capitava si scatenasse qualche scenata. Per questo in famiglia sul loro legame siamo sempre stati un poco titubanti. Lui si era trasferito nella casa nuova con i nostri genitori, ma voleva stare con lei. Diceva che alla sua età voleva essere autonomo, sempre più spesso si fermava infatti a casa sua, anche a dormire».

Il dolore

Nonostante alti e bassi, per i familiari resta incomprensibile come Caruso si possa essere trovato in una simile situazione. «Poche ore prima aveva pubblicato delle storie su Facebook dove si vedeva che era felice e tranquillo - ha aggiunto la sorella - Come immaginare una simile tragedia? A volte era un ragazzo un po' sopra le righe, andava sempre a mille, ma non era cattivo. Era il classico ragazzo che faceva amicizia con tutti, che conosceva tantissime persone. Ora vorremmo sapere se con loro due quella sera ci fosse qualcun altro che ci possa aiutare a fare chiarezza».


«Capitava di discutere, negli ultimi mesi ci eravamo un po' allontanati, ma restava un grande amico a cui nonostante tutto volevo un gran bene - ha aggiunto l'amico Filippo - Se avesse conti in sospeso o se una lite banale sia degenerata lo dovranno chiarire le indagini. Ma di sicuro non meritava una fine del genere». Mattia Caruso, classe 1991, era cresciuto a Mandriola da genitori di origine catanese. E della sua Sicilia era innamorato, anche perché lavorava nell'attività di famiglia, la Terra Mia di Dolci Tentazioni, celebre e immancabile presenza a sagre, feste e mercatini con il suo enorme banco ricco di prodotti tipici siciliani. Decine i messaggi di cordoglio da parte degli amici che, increduli, ieri hanno appreso la notizia.

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Il Gazzettino