Infermiera uccisa a coltellate, processo-bis: ​assolte le due figlie

Infermiera uccisa a coltellate, processo-bis: assolte le due figlie
SAN BONIFACIO - Sono stati assolte per non aver commesso il fatto le due figlie e altri due imputati nel processo-bis per l'omicidio di Maria Armando, l'infermiera di 42...

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SAN BONIFACIO - Sono stati assolte per non aver commesso il fatto le due figlie e altri due imputati nel processo-bis per l'omicidio di Maria Armando, l'infermiera di 42 anni che il 21 febbraio 1994 venne uccisa a coltellate nella sua casa a San Bonifacio (Verona).


Un "cold case" riaperto dalle indagini dei carabinieri che aveva già portato alla condanna all'ergastolo di Alessandra Cusin, amica di una delle due figlie della vittima. La sentenza a suo carico è diventata definitiva dopo la conferma in Cassazione. Erano state proprio le rivelazioni di Alessandra Cusin, fatte nel 2008 con il fidanzato, a far ripartire le indagini e a portare a un secondo troncone di processo. Nel corso dell'inchiesta, aveva poi fornito alcune versioni diverse.

Oggi, la Corte d'assise di Verona, presieduta da Marzio Bruno Guidorizzi, ha assolto le due figlie della vittima, Cristina e Katia Montanaro, l'ex fidanzato della prima, Salvador Versaci, e un'amica, Marika Cozzula. Il pubblico ministero, Giulia Labia, aveva chiesto quattro condanne all'ergastolo. Secondo l'accusa, ad armare la mano delle figlie sarebbe stato l'interesse ad entrare in possesso della casa della madre per poi venderla e dividere l'incasso. I due fratelli della vittima si erano costituiti parte civile chiedendo un risarcimento danni di 200mila euro ciascuno. Il loro legale, avvocato Luca Tirapelle, ha annunciato l'intenzione di ricorrere in appello, riservandosi di leggere le motivazioni della sentenza di assoluzione, che dovranno essere depositate entro 90 giorni. 
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Il Gazzettino