Omicidio a Venezia, l'assessore Costalonga: «Il locale? Si vociferava di un po' di spaccio ma non c'era stata nessuna avvisaglia»

Omicidio a Venezia, l'assessore Costalonga: «Il locale? Si vociferava di un po' di spaccio ma non c'era stata nessuna avvisaglia»
VENEZIA - Non c'è scampo per i violenti che agiscono a Venezia. La repressione contro l'autore del gesto che ha portato alla morte del 25enne tunisino è...

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VENEZIA - Non c'è scampo per i violenti che agiscono a Venezia. La repressione contro l'autore del gesto che ha portato alla morte del 25enne tunisino è stata pressoché immediata e, seppur nello sconforto per un episodio grave, l'assessore al Commercio Sebastiano Costalonga chiarisce l'accaduto: «La smart control room ha individuato l'autore del gesto, le telecamere a Venezia non danno scampo a chi compie certi gesti, per fortuna». Costalonga si dice scosso per l'accaduto: «Il movente è ancora da chiarire, so che il locale tiene aperto anche fino a notte fonda, però, al di là di qualche segnalazione per schiamazzi, non abbiamo mai ricevuto avvisaglie che potesse accadere qualcosa del genere. Lì ci va gente di tutti i tipi, ma, ripeto, al di là di qualche episodio di disturbo alla quiete pubblica, non ci si aspettava certamente diventasse teatro di una vicenda del genere». L'assessore è a conoscenza di una nomea che il locale si era fatto, ma sempre nell'ambito dei "si dice che" e mai per questioni provate o accertate: «Ho sentito che si diceva che fosse un locale dove poteva avvenire attività di spaccio, ma siamo sempre stati nell'ambito delle ipotesi, perché in concreto non lo so. Se poi la polizia, i carabinieri o la locale l'avessero sotto la lente dell'ingrandimento, anche questo non lo so».

IPOTESI SUL MOVENTE

Venendo all'episodio, Costalonga fornisce la sua ipotesi, sempre però basata sui sentori: «Si dice che ci potesse esser qualcosa di sospeso tra i due, che si possa esser trattato di un regolamento di conti, però non conosco la motivazione, che è al vaglio degli inquirenti. Stamattina (ieri, ndr) sono passato lì per capirci qualcosa di più, ma il locale era chiuso». Quindi l'assessore tiene a tranquillizzare la città, affermando che Cannaregio non è affatto una zona malfamata. Sebbene negli ultimi tempi dalla movida in fondamenta degli Ormesini emerga qualche balordo, un fatto di sangue così acclarato non si ricorda a memoria d'uomo: «Bisogna tornare indietro negli anni per ricordare quando sia accaduto l'ultimo omicidio. Venezia non è il "Bronx", sicuramente ci sono problematiche legate allo spaccio, ma siamo fiduciosi nel lavoro che le forze dell'ordine stanno facendo per cercare di ripristinare il perimetro di legalità intervenendo direttamente. Per fortuna sono fatti che capitano sporadicamente, purtroppo però Venezia non è una realtà fuori dal mondo». Da ultimo, Costalonga chiarisce che l'omicidio è sì accaduto a Cannaregio, ma per puro caso: «È una zona di passaggio che non ha problemi, poteva succedere altrove, poteva succedere in altre città, si è trattato di un caso».
Restando sempre nel mondo del commercio e degli esercenti, si trova d'accordo con l'assessore anche Ernesto Pancin, direttore dell'Aepe (l'associazione che racchiude gli esercenti pubblici veneziani). Per la categoria, al di là dello stupore, c'è preoccupazione anche per l'esercente stesso. «Francamente mi lascia senza parole quello che è successo, non è commentabile un fatto del genere, è gravissimo. È accaduto a San Geremia, ma sarebbe potuto avvenire a Padova, a Milano, oppure anche in un'altra zona di Venezia. Da qualsiasi parte la si guardi, è un episodio singolo», chiarisce Pancin.

IL SOSTEGNO

Il direttore dell'associazione non se la sente di esporsi e manifesta subito preoccupazione per chi si è trovato a dover affrontare un episodio del genere. Chissà, infatti, quali sono stati i sentimenti di chi si è dovuto confrontare con una persona armata, che ha ucciso a freddo un coetaneo: «Immagino che l'esercente abbia bisogno di un'assistenza psicologica ora, perché trovarsi davanti a un fatto come questo fa andare fuori di ogni realtà che uno vive. Un lavoratore si alza la mattina, va nel suo locale, alza la serranda, poi chiude e va a letto. Quando succede un fatto del genere è difficile anche ipotizzare quale possa essere lo stato d'animo di questa persona. L'esercente nel bene e nel male è una persona abituata alla vita quotidiana, ma questo esula decisamente dalla normalità». Pancin conclude con una osservazione: «Non sappiamo cosa abbia portato l'uomo a un gesto del genere, attendiamo che sia fatta chiarezza, ma penso che Venezia, al di là di questo, sia una città tranquilla».

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Il Gazzettino