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Le super perizie necessarie per chiudere l’istruttoria sul femminicidio di Giulia Cecchettin e dare una risposta alle diverse questioni ancora aperte saranno tutte assegnate giovedì dalla Procura di Venezia. Per l’efferato delitto il ventiduenne di Torreglia (Padova) Filippo Turetta si trova detenuto in carcere a Montorio Veronese: era stato arrestato il 18 novembre dopo una fuga che lo aveva portato fino alle porte di Lipsia, in Sassonia.
Le perizie riguarderanno le analisi su sangue, oggetti sequestrati, a cominciare dal pc portatile con cui Turetta riceveva messaggi via whatsapp e si teneva informato durante la fuga in Austria e in Germania e sul suo smartphone. Il sostituto procuratore Andrea Petroni che conduce l’inchiesta nominerà il colonnello Giampietro Lago, comandante dei carabinieri del Ris di Parma per le tracce ematiche e biologiche e il maresciallo Gibin per la perizia informatica sui supporti che sono stati rinvenuti a bordo della Grande Punto su cui si presume si sia consumato il delitto prima dell’abbandono del corpo della poveretta in fondo a un dirupo tra Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone.
ACCERTAMENTI
Gli accertamenti avranno una valenza particolare, in quanto sarà possibile eseguirli una sola volta.
LA SQUADRA
Parteciperanno all’udienza per nominare i loro consulenti gli avvocati difensori e delle parti offese. Per Turetta gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera del foro di Padova. Per la famiglia Cecchettin c’è uno stuolo di legali vero e proprio, quasi uno per componente: Stefano Tigani per il padre Gino Cecchettin, Nicodemo Gentile per Elena Cecchettin, la sorella. Poi Piero Coluccio per il fratello Davide Cecchettin, il fratello ed Elisa Camerotto, zia di Giulia. Infine, Antonio Cozza per la nonna di Giulia, Carla Gatto. Quasi ognuno dei componenti della famiglia si è affidato ad un avvocato diverso.
L’IMPUTAZIONE
A Turetta vengono contestati i reati di sequestro di persona e di omicidio, con l’aggravante di aver ucciso una persona con cui era stato legato da una relazione affettiva. In ballo c’è anche la premeditazione: circostanza che se il procedimento andasse avanti in corte d’Assise, comporterebbe la possibile condanna all’ergastolo. Un epilogo che la difesa cercherà di evitare, anche con una perizia psichiatrica.
LAUREA
Giulia Cecchettin era stata rapita pochi giorni prima della discussione della sua tesi di laurea in Ingegneria biomedica all’Università di Padova. La commissione si era riunita il 17 novembre e tutti (studenti e docenti) in cuor loro avevano sperato che alla fine lei si presentasse. Il giorno dopo, l’amara scoperta. Come promesso dalla rettrice Daniela Mapelli, la famiglia Cecchettin il 2 febbraio riceverà la laurea di Giulia. Il Senato accademico all’unanimità ha conferito a metà dicembre la laurea in Ingegneria Biomedica a Giulia. Una laurea vera, non honoris causa né alla memoria. L’intero percorso di studi era stato compiuto e la tesi era stata consegnata. Mancava solo la discussione.
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Il Gazzettino