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SETTEVILLE (BELLUNO) - Si ricostruirà di fronte alla Corte d’Assise (ovvero l’organo giudicante composto da 2 magistrati e da 6 giudici popolari) l’omicidio di Antonio Costa, ucciso a 53 anni nella notte del 6 maggio scorso dal suo stesso coltello alla stazione di Fener, in comune di Alano di Piave. Ieri mattina in Tribunale a Belluno il gup di Belluno, Elisabetta Scolozzi, ha disposto il rinvio a giudizio dei due imputati per omicidio volontario aggravato da futili motivi: si tratta di Pedro Livert Dominguez Sanchez, 46enne di Fener Bassa, che si trova ancora in carcere a Baldenich, e l’amico indagato a piede libero Junior Cedano Sanchez, 42enne residente a Belluno. Si andrà in aula il 26 giugno, in Tribunale a Belluno, di fronte alla Corte d’Assise: in quella prima giornata dovranno comparire anche tutti i testimoni del processo che poi nelle udienze successive parleranno in aula.
L’UDIENZA
I difensori avvocato Paolo Serrangeli (per Dominguez in collegio con il collega Marcello Stellin) e avvocato Monica Azzalini (per Cedano Sanchez in collegio con il collega Giorgio Gasperin) hanno discusso a lungo ieri, contestando in particolare l’aggravante del reato che non ci sarebbe a loro parere. Era scattata nella formulazione del capo d’accusa per quanto accaduto prima dell’omicidio. Infatti durante la serata all’interno del Kangur Bar, alla stazione di Fener, Costa avrebbe posto in essere attenzioni sgradite a una ragazza della comunità dominicana, ovvero la fidanzata del figlio di Cedano Sanchez.
L’ACCUSA
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Alberto Primavera l’aggressione sarebbe avvenuta così. Era in atto una discussione tra Costa e Dominguez all’esterno del bar e i due si tenevano reciprocamente le mani. Cedano Sanchez si sarebbe posizionato alle spalle di Costa tentando di intervenire, ma sarebbe stato trattenuto da un connazionale. I due indagati avrebbero agito insieme costringendo Costa a indietreggiare e in quel momento Cedano gli avrebbe sferrato un pugno sul cranio mentre Dominguez sarebbe riuscito a sottrarre dalle mani dell’uomo il coltello di 19,5 centimetri, con lama di 9,5. È a quel punto che il dominicano avrebbe prima sferrato un colpo all’avambraccio della vittima e poi la coltellata mortale che colpisce Costa, perforandogli torace e cuore.
LE DIFESE
Ieri in aula i difensori di Pedro Livert Dominguez Sanchez hanno insistito sulla richiesta di una misura meno afflittiva per il loro assistito: è in carcere ormai da maggio 2023. Si punta ai domiciliari o al braccialetto elettronico: ma su questo il gup Scolozzi si è riservata. La decisione si conoscerà solo nelle prossime ore. Accolta invece la richiesta del collegio difensivo di Junior Cedano Sanchez, che era stata presentata con una memoria: nell’accusa che gli viene rivolta ora è caduta la recidiva che veniva contestata in precedenza.
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