Omicidio di Ariano: sequestrati 5 fucili al vicino, ma nessuno ha sparato

Il luogo dove si è consumato l'omicidio ad Ariano nel Polesine
ARIANO NEL POLESINE  - Che arma ha sparato? A che ora? E perché? È stato un agguato o un incidente? Domande ancora senza una risposta, ma che servono per...

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ARIANO NEL POLESINE  - Che arma ha sparato? A che ora? E perché? È stato un agguato o un incidente? Domande ancora senza una risposta, ma che servono per arrivare a risolvere l’interrogativo principale: chi ha ucciso Rkia Hannaoui?

Rkia aveva solo 31 anni, era casalinga, usciva poco di casa e parlava anche poco l’italiano. Era originaria del Marocco e si è spenta per un colpo sparatole alla testa da una mano al momento ignota. Le sue frequentazioni, apparentemente, erano limitate. Il marito, anche lui marocchino, operaio, nell’orario compatibile con il momento dello sparo, che ancora non sembra essere stato individuato con precisione, era via. I figli, di 8 e 11 anni, sarebbero stati fuori a giocare, come sempre, e solo rientrando avrebbero trovato la mamma a terra, in cucina, che non dava segni di vita. E avrebbero chiesto aiuto all’anziano che abita al piano superiore, proprietario dell’intero casolare e delle relative pertinenze, all’inizio di via Fine, che ha poi chiamato il 118.

Secondo quanto da lui riferito, la ferita sarebbe stata sulla parte posteriore del cranio. «Ero solo in casa, vicino al corpo non c’era niente, dopo l’ho girata e quando l’ho girata aveva il sangue», ha detto ai cronisti, toccandosi dietro l’orecchio destro per indicare il punto nel quale avrebbe visto il sangue.

POCO SANGUE
Ma solo lì e non in terra? Eppure una ferita del genere alla testa dovrebbe provocare un copioso sanguinamento. La pozza di sangue, però, sempre secondo quanto riferito, non ci sarebbe stata. Anche per questo, probabilmente, sia l’anziano che gli operatori del Suem non hanno pensato a uno sparo. Solo un’ora e un quarto dopo l’arrivo all’ospedale di Rovigo, guardando la Tac che le era stata fatta, è stato visto un proiettile all’interno del cranio. E tutto ha assunto una diversa prospettiva. Una ferita dietro l’orecchio lascerebbe supporre che il colpo possa essere stato sparato alle spalle. Se la donna stesse scappando o al contrario, sia stata colta di sorpresa, da dietro, è un altro elemento che naturalmente gli inquirenti stanno valutando.

FUCILI
Poi, l’arma. I carabinieri mercoledì hanno sequestrato tutti i fucili del vicino, che è cacciatore. Sarebbero cinque in tutto, uno preso anche dalla cantinetta dietro la casa. Ma nessuno sarebbe compatibile con lo sparo che ha ucciso Rkia. Tant’è vero che giovedì mattina sul posto si è presentato anche un Reparto cinofili con un cane addestrato alla ricerca di armi e munizioni per perlustrare tutta la zona intorno al casolare. A quanto sembrerebbe, però, senza trovare alcunché. Dalle indiscrezioni risulterebbe, fra l’altro, che l’arma che si sta cercando non sia a canna lunga, ma corta, una pistola, probabilmente anche di piccolo calibro. Sempre che davvero si tratti di una pistola e non di qualcosa di ben diverso, come una sparachiodi. Nella nota diffusa dalla Procura mercoledì, ultima comunicazione da fonti ufficiali, si parlava di «ferimento alla testa presumibilmente a causa di un proiettile».
 

AUTOPSIA


Verrà conferito lunedì prossimo, 3 aprile, l'incarico al medico legale per lo svolgimento dell'autopsia sul corpo di Rkia. Lo ha riferito il Procuratore Manuela Fasolato, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio. La consulenza, che si svolgerà con ogni probabilità sempre lunedì, è stata disposta come accertamento tecnico irripetibile, per chiarire la causa della morte e ogni altro elemento utile a determinare la dinamica del fatto.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino